Un passo avanti. Deciso, forse inatteso, ma un passo avanti verso il referendum sulla moschea. Domani il sindaco di Genova Marta Vincenzi riceve i referendari. E lo fa, parole dei diretti interessati, con estrema disponibilità e cortesia. Non cè chiusura, insomma. Cè voglia di confronto, forse perché le 1.600 firme raccolte in due ore, le richieste di moduli da far compilare che arrivano alle segreterie del comitato, le pesanti diversità di vedute anche allinterno della maggioranza di centro sinistra hanno convinto la sindaco che su questo tema non si può andare avanti a testa bassa e colpi di mano.
Sembrano lontani i giorni della firma del protocollo dintesa con limam decisa senza neppure annunciarla al consiglio comunale. Domani alle 14 la delegazione dei referendari salirà dunque a Tursi. Da parte loro Gianni Plinio per An, Matteo Rosso per Forza Italia, Rosario Monteleone per lUdc, Roberta Gasco per lUdeur, Gianni Barci per la Lista Biasotti e Gianni Bernabò Brea per La Destra si presenteranno al sindaco senza intenti bellicosi. Obiettivo primario: una strada condivisa. Lunica richiesta che fanno subito alla Vincenzi è quella di evitare, in attesa di una decisione concordata, di «trasformare uno storico monumento della Cristianità come la Commenda di Pré in un centro interreligioso». Un progetto che fa parte della lista di annunci del sindaco ai quali difficilmente seguono i fatti, visto che i «proprietari» della struttura, i Cavalieri di Malta, hanno smentito la Vincenzi che dava per raggiunto laccordo con loro.
Stoppata la Commenda ecumenica, i referendari cercheranno di stabilire con il sindaco la strada più corretta per sottoporre la questione ai genovesi. Dato che il successo della raccolta firme ha ampiamente dimostrato che la forza per imporre una consultazione il comitato ce lha, sarebbe convenienza di entrambe le parti studiare quale atto del Comune sulla moschea possa essere sottoposto alla valutazione dei cittadini. «Nessuna intenzione di limitare la libertà di culto», assicurano i componenti del comitato. Limportante è che non ci sia una scarsa propensione al dialogo anche da parte dellamministrazione comunale.
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