Il fronte refendario si allarga, a volere il voto sul progetto per la moschea a Genova ci sono altri consiglieri regionali che fanno parte della maggioranza di Claudio Burlando. Dopo Rosario Monteleone e il democratico Fabio Broglia, anche il capogruppo Udc in Regione Luigi Patrone ha messo la sua firma alla proposta di consultazione popolare. «Aderisco non per faziosità o questione ideologica- ha dichiarato Patrone-, ma per lalto senso di valore democratico. Il referendum non è una crociata contro lIslam, ma uno strumento di partecipazione democratica». Il capogruppo udicino fa compagnia a Roberta Gasco, capogruppo Udeur che ha scelto di aderire «non per questioni politiche, ma per profondo senso di responsabilità e attenzione ai cittadini genovesi», andando così a dare man forte ad uniniziativa che si avverte sempre più bipartisan. E galvanizzati dalle new entry, i fondatori di questa campagna refendaria, Gianni Plinio, Matteo Rosso e Rosario Monteleone, rilanciano linizio della campagna referendaria per venerdì e nei prossimi giorni incontreranno il vicesindaco di Milano Riccardo De Corato e lassessore Tiziana Maiolo visto che il capoluogo lombardo ha deciso di prendere spunto dalliniziativa genovese.
Tutto a posto, si potrebbe pensare. Il centrodestra allargato ad alcuni gruppi del centrosinistra marcia compatto. Neanche per idea, perché le posizioni tra i gruppi sono ancora distanti. Ad esprimere perplessità sullo strumento della consultazione popolare è Giuseppe Murolo (An) presidente della commissione Affari istituzionali e generali del consiglio: «A mio parere una raccolta firme su un protocollo dintesa che non ha valore amministrativo rischia di essere carta straccia- accusa Murolo-. Poi ci sono aspetti tecnici che non mi sono chiari. La raccolta firme deve essere autorizzata da consiglieri comunali che autentichino le sottoscrizioni e il comitato che dovrebbe essere composto da almeno cinquanta componenti. Qui si rischia di avere un effetto boomerang, perché in questi termini il presidente del consiglio comunale potrebbe respingere la richiesta ed invalidare tutto».
Sulla stessa linea di Murolo anche il consigliere azzurro Emanuele Basso, mentre Beppe Costa ritiene superfluo anche il referendum: «No alla moschea e basta- attacca Costa-. Siamo stati eletti per prendere delle decisioni e non per demandarle ai cittadini. Ora, che la Vincenzi venga in aula a discutere con il consiglio comunale».
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