Un altro sì alla moschea (anzi alle moschee) arriva dalla giunta. È con un aforisma di Max Weber su religioni, fedeli e campanili - ma in questo caso minareti - che Massimiliano Finazzer Flory ha illustrato la sua posizione radicalmente liberale: «Dobbiamo difendere la laicità - ha detto ieri a Palazzo Marino lassessore alla Cultura - il pluralismo religioso è un fatto. Va codificato». Tanto che «quando nasce un edificio religioso - ha spiegato lassessore - sono molto più tranquillo di quanto non sarei se non ci fosse», anche perché - ha aggiunto - un ente di gestione con la presenza del prefetto e di un rappresentante del Comune sarebbe «sufficiente come garanzia».
Un orientamento nientaffatto isolato, quello di Finazzer allinterno della commissione Cultura, che ieri è stata chiamata dal presidente Michele Mardegan a discutere del caso. Anzi, con gli interventi di Aldo Brandirali, Fabrizio De Pasquale(Pdl), Pierfrancesco Majorino (Pd), e Franco De Angelis, la commissione ha trovato unintesa praticamente unanime sulla necessità per il Comune di indicare più aree «compatibili o idonee» per realizzare più luoghi di culto a Milano, dintesa con i vari centri islamici della città.
Approvazione pressoché unanime anche per la proposta di convocare i centri islamici disponibili a intraprendere un percorso del genere.
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