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La prima mossa di Monti? Sì al dl per Roma Capitale Obama: "Fiducia nell'Italia"

Il primo Cdm del neonato governo vota le misure anticrisi ma approva il decreto per Roma capitale. Insorge la Lega. Calderoli: "Basta soldi alla Capitale"

La prima mossa di Monti? Sì al dl per Roma Capitale Obama: "Fiducia nell'Italia"

Durante la riunione del Consiglio dei ministri, il neo premier Mario Monti ha illustrato le modalità operative con cui intende arrivare, in tempi quanto più brevi possibile, alla definizione delle misure anti crisi per attuare il programma dell'esecutivo presentato in parlamento. Per l'economista, occorrono "azioni comuni degli Stati membri dell’Ue per assicurare stabilità all’euro".

"Il parlamento è il luogo decisivo per torvare le risposte necessarie nell’attuale fase di emergenza", avrebbe affermato Monti durante la riunione del Consiglio dei ministri di questa mattina. Il neo premier, spiega il comunicato di Palazzo Chigi, ha infatti riferito le proprie valutazioni sull’attività svolta nelle giornate successive al voto di fiducia in parlamento. Lugo che l'economista considera decisivo "per un rafforzato impegno nazionale in grado di dare risposte certe all’attuale emergenza".

Tenuto conto che oggi sarebbe scaduto il termine per l’esercizio della delega a "Roma Capitale", il Consiglio dei ministri ha approvato in via preliminare uno schema di decreto legislativo su proposta del titolare dell'Economia per conferire "funzioni e compiti particolari" a Roma Capitale.

L’approvazione in prima lettura del secondo decreto di Roma Capitale "è un successo del Pdl perché questo decreto era stato elaborato dal governo Berlusconi con una grande attenzione da parte nostra", ha detto il sindaco di Roma, Gianni Alemanno, che poi ha aggiunto: "Da quando Calderoli inserì la norma su Roma Capitale nella legge delega sul federalismo fiscale e dopo la questione dei ministeri al nord, la Lega si è messa totalmente di traverso. Oggi si sente che non è più nel governo; quindi questo è un successo di tutti, trasversale, nei confronti di chi voleva discriminare Roma".

E la risposta del diretto interessato non si è fatta attendere: "Sono onorato di aver bloccato nelle ultime due sedute del Consiglio dei ministri il decreto legislativo sulle funzioni di Roma Capitale, perché quel decreto era impresentabile ed inaccettabile, come testimoniato, peraltro sia dalla contrarietà della governatrice del Lazio, Renata Polverini, che aveva revocato in forma scritta l’intesa già sottoscritta a riguardo con il sindaco Gianni Alemanno, che dalla non condivisione di numerosi dicasteri. Stupisce che un governo che a parole nasce per mettere in sicurezza i conti dello Stato e per promuovere la crescita del Paese approvi, come suo primo atto legislativo, un decreto che servirà soltanto a promuovere la spesa pubblica a vantaggio di una cicala che ha creato il più grande debito pubblico assoluto di un Comune nella storia, una cicala che ha già ricevuto troppo. Basta soldi a Roma!", ha tuonato il senatore Roberto Calderoli, coordinatore delle segreterie nazionali della Lega Nord.

In giornata il premier ha anche ricevuto la chiamata di Barack Obama.

Il presidente degli Stati Uniti, stando a quando dichiarato da Jay Carney, portavoce della Casa Bianca, avrebbe fatto presente a Mario Monti la "fiducia" degli Usa "nella solidità dell'Italia".

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