In mostra i ritratti di Gotthard Schuh

B el Vedere Fotografia è una associazione onlus fondata nel 2004 allo scopo di promuovere la cultura fotografica nel nostro Paese attraverso mostre, incontri, dibattiti, pubblicazioni. La sede si trova a pochi passi da via Torino, al civico 5 di via Santa Maria Valle, in uno spazio che è diventato una delle più interessanti gallerie d’arte milanesi. Dopo aver esplorato a fondo la tematica del reportage italiano, con mostre dedicate ai grandi autori della seconda metà del Novecento (Enzo Sellerio, Mario Dondero, Nino Migliori, Francesco Cito o Letizia Battaglia), Bel Vedere rivolge ora il suo interesse all’estero, prima con l’antologica dedicata al francese Bernard Plossou, appena conclusa, poi con quella di Gotthard Schuh, fotografo svizzero attivo tra gli anni Trenta e Sessanta e considerato uno dei padri del fotogiornalismo, oltre che uno dei primi photo editor della storia.
La mostra, aperta fino al 13 luglio e curata da Roby Schirer in collaborazione con la Fotostiftung Schweiz di Winterthur, raccoglie una cinquantina di stampe in bianco e nero, alcune delle quali vintage print, che testimoniano i suoi viaggi in Italia, Francia, Inghilterra, Indonesia o in Egitto, e lo consacrano come abile ritrattista dei personaggi noti del tempo: Herman Hesse, Le Corbusier, Max Ernst, Grock e Mussolini. Le «vittime» che preferiva erano però le persone comuni, colte a qualunque latitudine, delle quali visitava la psicologia con curiosità. Fermò i copricapo di due suore intente ad ammirare l’Ultima Cena di Leonardo (inquadratura realizzata a Milano nel 1955), o un uomo affacciato dalla grata di una nave che osserva il mare (Italia, 1936). Il reportage di Schuh su Bali, da lui stesso chiamata «l’isola degli Dei», fu oggetto di una esposizione allestita tra fine 2006 e inizio 2007 al Museo delle Culture di Lugano.
Gotthard Schuh, nato a Schöneberg nel 1897 da genitori svizzeri, proveniva da studi pittorici.

A Parigi, dove si trasferì negli anni Trenta, aveva frequentato Picasso, Léger, Braque per poi passare dal pennello alla macchina fotografica e pubblicare i suoi scatti su riviste prestigiose come Paris Match, Life, Du e il Neue Zuercher Zeitung, dove lavorò dal 1941 al 1960. A partire dal 1961, otto anni prima di morire, tornò al vecchio amore per la pittura.
«In viaggio con Gotthard Schuh», aperta da martedì a domenica dalle 13 alle 20. Per informazioni, 02.45472468.

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