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Mostro di Firenze, chiesto l'ergastolo per il farmacista

Per l'accusa Francesco Calamandrei, ex farmacista di San Casciano Val di Pesa, 66 anni, sarebbe il mandante degli ultimi quattro omicidi del mostro. Avrebbe fatto parte di un gruppo di professionisti mandanti degli omicidi

Mostro di Firenze, chiesto  
l'ergastolo per il farmacista

Firenze - Il pm Paolo Canessa ha chiesto l’ ergastolo per Francesco Calamandrei, l’ ex farmacista di San Casciano (Firenze), 66 anni, a giudizio con l’accusa di essere il mandante degli ultimi quattro degli otto duplici omicidi legati al mostro di Firenze. L’imputato ha scelto di essere giudicato con rito abbreviato: per questo in caso di condanna all’ ergastolo, la pena verrà ridotta a 30 anni di reclusione.

Prima della richiesta di condanna, l’altro pm che ha condotto l’indagine, Alessandro Crini, aveva terminato la sua lunga requisitoria definendo di "alto valore probatorio" le indicazioni fornite dall’ex moglie di Calamandrei, Mariella Ciulli - oggi interdetta sulla base di perizie psichiatriche -, che nel 1988 raccontò ai carabinieri che l’ex marito conservava in casa una pistola e qualcosa che aveva a che fare con i duplici omicidi e che nel 1991 scrisse un memoriale nel quale affermava che il marito era "un soggetto malato rovinato dalla frequentazione di un certo gruppo di persone".

Nel corso delle udienze precedenti, il pm aveva affermato che nei duplici omicidi legati al "mostro di Firenze" c’era un secondo livello, oltre a quello dei "compagni di merende" Pietro Pacciani, Mario Vanni e Giancarlo Lotti.

Secondo l’accusa, il secondo livello era formato da un gruppo di professionisti, tra i quali un dermatologo, un ortopedico, un imprenditore, un orafo e il medico perugino Francesco Narducci (scomparso nel 1985 e la cui morte è oggetto di un’inchiesta della procura di Perugia collegata a quella sul mostro), che partecipavano a festini con le prostitute legate ai "compagni di merende".

Per l’accusa, Calamandrei avrebbe pagato per avere parti di corpo femminile asportate durante alcuni dei duplici omicidi e sarebbe stato il legame fra i compagni di merende e i festini.

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