Quest'anno la stagione Ferrari non ha avuto happy days, però Fred Vasseur si è comportato come Fonzie. Con il maglioncino al posto del giubbotto in pelle e la t-shirt bianca non è mai riuscito, al pari del noto personaggio televisivo, a dire «ho sbagliato». Così fino all'altro giorno a Maranello. Solo che Fonzie aveva ragione, e con lui Vasseur, a non voler ammettere errori. Perché un attimo dopo aver ascoltato il team principal transalpino della Ferrari confessare le proprie colpe, l'interrogativo è diventato un altro: ma come ha fatto a sottovalutare simili aspetti? Il primo, raccontato in questa pagina, è il processo di adattamento di un sette volte campione del mondo 40enne come Lewis Hamilton. In epoca moderna, gli ultimi iridati arrivati in Ferrari, tra l'altro ben più giovani, erano stati Alonso e Vettel. Entrambi reduci da permanenze molto più brevi nei team di origine. Lewis assommava invece 13 anni di Mercedes e, prima, stesso metodo di lavoro, 6 di McLaren-Mercedes.
La seconda sottovalutazione ammessa riguarda l'impatto dell'annuncio ad aprile, su piloti e squadra, dello stop allo sviluppo aerodinamico per concentrarsi sul progetto 2026. Come togliere le scarpette a Usain Bolt prima dei 100. Una sberla alla motivazione di chiunque.