Prova Honda CB1100

Honda rispolvera una sigla mitica e si butta nel segmento delle modern classic. Look d’antan ma la tecnica è tutta nuova e l’impatto è notevole

Prova Honda CB1100

Tokyo 1969: per il mondo della moto inizia una nuova era. Honda toglie i veli alla CB750 Four. Un sogno diventato realtà, qualcosa di mai visto prima, con il suo motore quattro cilindri in linea raffreddato ad aria da 67 cv e il freno a disco, il primo su una moto. Negli USA la vendevano a 1.495 dollari e l'annuncio del prezzo fu accolto da una standing ovation.

Questa è storia, come è storia che la CB750 four fu l'artefice (non l'unica ma una delle più importanti) del tracollo dell'industria motociclistica inglese. Fu la prima moto a meritarsi l'appellativo di superbike, a ragione, perché, in effetti, il suo quattro cilindri derivava da quello utilizzato da Honda sulle moto da corsa dell'epoca. Curioso, nei corsi e ricorsi storici, una moto inglese domina il mercato delle classiche e una Honda raffreddata ad aria arriva con l'intenzione di farle fastidio. Si chiama CB1100 e arriva in Italia sei anni dopo essere stata lanciata al Motor Show di Tokyo ed essere stata commercializzata solo in Giappone. Ora che esplorare ogni nicchia è diventata una necessità, Honda ha pensato che sarebbe stato sensato avere la CB1100 anche in Europa, per non lasciare il mercato delle classiche in mano alle Case europee.

Le classiche sono un successo? Se andiamo a "leggere" il mercato possiamo dire di sì. Triumph Bonneville, Harley Davidson Sportster e Moto Guzzi V7 alla fine valgono quasi 3.000 pezzi venduti. Se poi nel tuo passato hai un modello che è diventato una icona, allora la strada è anche più facile. Nel caso di Honda, l'icona si chiama CB750 Four, modello che rivive nella CB1100, la moto "neoclassica" che Honda si appresta a lanciare sul nostro mercato a 10.800 euro franco concessionario, ABS incluso. L'operazione nostalgia di Honda ha tutto per poter funzionare: la CB1100 ha una linea senza tempo, è ben costruita, curata nei dettagli con soluzioni tecniche classiche e misure di ruote (18 pollici) uguali alle moto di allora. Inoltre ha un motore progettato esclusivamente per lei. I tecnici Honda avevano, infatti, ormai abbandonato da tempo il raffreddamento ad aria per i motori di grossa cilindrata che qui invece torna su un quattro cilindri che, proprio grazie al raffreddamento ad aria è il principale centro di attrazione visiva della moto.

L’impatto visivo è forte, con il motore stesso a fare da protagonista visivo e tecnico della moto. In sella ci si sente a casa e, considerata la cilindrata, la moto ha dimensioni tutto sommato compatte; la sella sotto la soglia degli 80 cm (795 mm) aiuta chiunque a poggiare i piedi a terra. Insomma l'impatto con la CB1100 è dei migliori e guidarla sfruttando l’erogazione pastosa del suo 4 cilindri è un vero piacere. Il comfort è assicurato da una sella ampia, ma anche da sospensioni molto scorrevoli. A differenza di altre neoclassiche la CB1100 è anche in grado di assecondare il pilota quando questo alza il ritmo, perché il motore è sì morbido e pastoso, ma ha pur sempre 90 cv e quindi non manca di potenza. In più la moto ha una assetto centrato, ed è dotata di ottimi freni.

Insomma la Honda CB1100 non è solo un oggetto da esibizione buono per fare il classico tragitto casa-bar, ma una moto capace anche di regalare qualche soddisfazione di guida, nei limiti che un mezzo del genere impone, ovviamente.

Gustarsela guidando tranquilli è comunque la cosa migliore, anche perché la protezione aerodinamica inesistente rende complicato sopportare velocità superiori ai 120 km/h. Ma questa non è una novità: chi compra una classica queste cose le sa bene.

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