da Roma
Il provvedimento non saveva da fare avrebbe detto un Don Abbondio dei nostri tempi. Gli ecoincentivi sulle due ruote appena lanciati hanno già sollevato un polverone. Lo stanziamento di 15 milioni di euro per rottamare il vecchio motorino e comprare la bicicletta o lo scooter elettrico ha scontentato tutti.
Miraggio demolitori
I primi dubbi li ha sollevati lassociazione di consumatori Aduc, che già allindomani dellannuncio del ministro dellAmbiente Pecoraro Scanio ha denunciato lo scarso numero di demolitori che hanno aderito alliniziativa. Sono 182 in tutta Italia, 138 dei quali in paesi di provincia e solo 44 nelle città capoluogo, quelle più grandi e quindi con più due ruote. In Val dAosta, ad esempio, non ce n'è nessuno e in Basilicata solo uno. A Roma, che è la città col più alto numero di motorini - e col più alto tasso di quelli inquinanti - ce ne sono solo 4 di cui due a 20 chilometri dal centro. In pratica se voglio demolire il motorino e godere dell'incentivo spesso devo arrivare in un'altra provincia. L'elenco dettagliato è scaricabile dal sito www.areaambiente.net o www.ada-net.it.
Bici, falsa alternativa
Lasciando da parte il fatto che chi ha il motorino difficilmente passa alla bici specialmente se abita in città molto trafficate ed estese, chi comunque decide di acquistare una bici, lo fa a proprio rischio e pericolo, perché le piste ciclabili sono ancora poche. Nel 2005, secondo i dati dell'Associazione amici della polizia stradale (Asaps) sono morti ben 317 ciclisti, con un incremento del 5,7%, in controtendenza rispetto al calo generale della mortalità sulle strade. Prima degli ecoincentivi, insomma, serviva un piano per le infrastrutture ciclabili, come fa notare lo stesso Antonio Dalla Venezia, presidente della Federazione amici della bicicletta: «Speriamo che il governo metta in campo altre iniziative finanziarie che sostengano le amministrazioni che vogliono dotare il proprio territorio di opere infrastrutturali a servizio della ciclabilità; da questo punto di vista riteniamo insufficienti le risorse previste dal Fondo mobilità sostenibile che assegna per tutti i comuni italiani la bellezza di 13,5 milioni di euro per il triennio 2007-2009».
Più costi che benefici
«L'efficienza della trasformazione di energia per combustione di un carburante in energia meccanica della motocicletta che si sta rottamando è del 40% - spiega il professor Franco Battaglia, docente di Chimica dellambiente allUniversità di Modena -. Le moto elettriche, invece, non immettono CO2 in atmosfera e hanno un'efficienza del 90%. Senonché noi produciamo l'elettricità, principalmente, immettendo CO2 in atmosfera». Il calcolo finale dellefficienza raggiunta attraverso questo ciclo di produzione, spiega ancora lesperto, è esattamente lo stesso: il 40%. «Ovvero - spiega Battaglia - ai fini delle riduzioni di CO2 in atmosfera, gli incentivi di Pecoraro Scanio sono totalmente inutili». Oltretutto, con i fondi stanziati, il governo dichiara di puntare a sostituire con mezzi elettrici poco più di 2.000 motorini inquinanti. Cioè lo 0,3% del parco circolante. Nel conto dei punti deboli del decreto sugli ecoincentivi vanno aggiunti anche il problema dello smaltimento delle batterie esaurite e della carenza di «distributori» per ricaricare.
La convenienza che non cè
Poniamo che si decida di acquistare un motorino elettrico o uno scooter Euro 3. Nel primo caso sarebbe difficile trovare un rivenditore e la scelta sarebbe limitatissima. In entrambi i casi i vantaggi economici sono davvero limitati. Tra le poche aziende impegnate a produrre veicoli elettrici cè la Vectrix: produce un modello che costa intorno ai 6000 euro, il doppio, ad esempio di unHonda SH 150 Euro 3.
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