Mou: «Ct del Portogallo? Chiederò al Real un po’ di tempo libero»

Ma quanto ci manca Josè. Ne basterebbe un pochino, un’ombra. La federazione portoghese per esempio sogna di averlo sulla panchina della nazionale anche per due sole partite, così, giusto per sentirsi già meglio dopo il 4-4 casalingo con Cipro e la sconfitta in trasferta contro i norvegesi. E siccome ora è diventato prioritario salvare la Nazionale dall’eliminazione dai prossimi europei, ecco che se hai l’asso lo giochi. Il portoghese Mourinho alla guida della nazionale portoghese, al limite solo con compiti da selezionatore, al limite solo per le prossime due gare con la Danimarca dell’8 ottobre e dell’Islanda il 12 marzo, dimezzato, part time, basta che arrivi.
Il quotidiano Record aveva avanzato questa ipotesi il giorno successivo alla sconfitta norvegese e al presidente della federazione portoghese Gilberto Madail non è rimasto altro che cercare un contatto con Josè Mourinho. Accompagnato dall’ex presidente della Fpf Joao Rodrigues, ha incontrato Jorge Mendes, manager, agente e socio di Josè, il suo assenso a dare il via all’ipotesi è stato praticamente un lasciapassare universale: trovato l’accordo con lui Mourinho non era già più un sogno.
Ieri dalla Spagna è poi rimbalzata la notizia che Gilberto Madail aveva incontrato anche Mourinho. Intercettati a pranzo in un ristorante della capitale i due non si sarebbero nascosti, presente anche Jorge Mendes, tutto alla luce del sole e sicuramente con il consenso del presidente del Madrid, Florentino Perez. Dopo il pranzo, sempre secondo Marca, Madail avrebbe proseguito per incontrare Perez. E qui iniziano le difficoltà perché Florentino Perez è personaggio particolarissimo, suscettibile, permaloso, possessivo, ovunque si trovi il suo ufficio è raggiungibile solo con ascensore personalissima, dividere Josè con altri dopo averlo pagato un montepremi non è esattamente un suo obiettivo. Il direttore delle relazioni istituzionali del Madrid, Emilio Butragueno, non ha dato spunti: «Non ne sappiamo niente, se diventa una cosa seria vedremo cosa decide il signor Perez». Ma dall’altra parte c’è Josè, uno che trova sempre argomenti per farsi ascoltare e convincere, un tecnico che ha anticipato un futuro sulla panchina del suo paese, non certamente oggi, ma gli sarà difficile dire no ai suoi: «Devo solo chiedere al presidente di lasciarmi un po’ di tempo libero», ha detto Josè che ha aggiunto: «Su quella del Milan? Mi sarebbe difficile, sono rimasto troppo interista...ma nel calcio...». Nessun paragone con Hiddink che fece il contrario, era sulla panchina della Russia quando prese il Chelsea, né russo né londinese.

Ci provò quel gentiluomo di Roy Hodgson quando era all’Inter e chiese a Moratti se poteva fare il ct della Svizzera. Con garbo il presidente gli rispose che non aveva capito bene. Adesso Florentino Perez aspetta che si faccia vivo Josè.

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