«Vero che qui non rimango... solo questo». Firmato Josè Mourinho.
Per i bookie è già a Manchester, United o City non fa differenza, bancata a 5 la panchina di Alex Ferguson, a 5,5 quella di Roberto Mancini. Nel ventaglio delle possibili destinazioni Bayern, Chelsea, Liverpool, Arsenal, addirittura Milan quotato a 25, Juventus a 12, c’è anche l’Inter dove un suo ritorno è ritenuto abbastanza improbabile e paga 20 volte la puntata. Josè ha letto tutto quanto e ha risposto che il futuro che gli hanno già disegnato addosso è invenzione, non c’è dietro un club che spinge per portarlo a casa, l’unica certezza è che a Madrid non rimane, scritto di suo pugno. L’uomo ha carattere, una sua autodisciplina, ce n’eravamo accorti qui a Milano, proprio come lo ha descritto Iker Casillas, capitano dei blancos: «Ha un temperamento molto forte ma la gente su di lui si sbaglia perché ha anche un grande cuore». Ma la seconda parte della sua dichiarazione è un esorcismo: «Mourinho è anche molto contento della città e del club perché ha una squadra giovane e sa che può dare i suoi frutti sul lungo periodo».
Josè non è dell’avviso, c’è più di un motivo per lasciare Florentino Perez e pagare la penale rescissoria che peraltro in caso di vittoria in Champions decade automaticamente. Il mercato, i mancati rinnovi contrattuali dei suoi pretoriani, la dirigenza che lo lascia in mezzo a una strada nella battaglia contro gli arbitri, i vertici del club che non lo sopportano, altro, Jorge Valdano. Arrivato a Valdebebas, Josè ha pensato di potersene liberare rapidamente, era nei piani, nella peggiore delle ipotesi dirigerlo. Non è stato facile, l’argentino nella capitale gode di largo credito, Predrag Mijatovic se n’è reso conto quando ha pagato tutto e solo lui, costretto ad andarsene dopo quattro stagioni da direttore sportivo. Girava la voce che fosse stato l’arrivo di Josè Mourinho ad allontanarlo, niente di tutto questo, il bersaglio del portoghese era Valdano, avvinghiato come un’ameba al presidente, braccio destro, consigliore, unico tramite fra il resto della galassia madridista e un presidente che perfino in ascensore ama viaggiare da solo. Allora Josè pensa a Zinedine Zidane, fresco di carica nel Madrid, ma il magrebino è abbastanza scaltro da non schierarsi, Josè lo invita a frequentare meno il palazzo e più la squadra, Zizou sorride e gli volta le spalle. A quel punto il sogno s’infrange, Josè capisce che non avrà mai il controllo totale, fra lui e il potere c’è la contraerea di Valdano, uno che ha allontanato dagli allenamenti a Valdebebas e non ha tardato a vendicarsi.
Sgarbi di mercato e polpette avvelenate: «Cosa te ne fai di Hugo Almeida, piace solo a te!». Quando Josè gli chiede un centravanti, l’argentino alla stampa racconta: «Noi un centravanti ce l’abbiamo...ma è in panchina». Riferito a Karim Benzema, uno in linea con Mario Balotelli nei pensieri di Mou. A Josè non piace, si è fatto subito l’idea che Valdano sia uno di cui è meglio non fidarsi, e ieri l’argentino, con una dichiarazione non sorprendente, ne ha avvalorato la sensazione: «Ho zero problemi con Mourinho. In quali rapporti siamo? Ho le normali relazioni che deve avere un direttore generale con un allenatore». Una normalità che a Josè Mourinho non risulta. Valdano ha raccontato queste cose a margine della tradizionale colazione congiunta in un ristorante della capitale fra i vertici di Real Madrid e Altletico Madrid, a poche ore dal derby di Coppa del Re di ieri sera al Vicente Calderon. Non una partita qualsiasi, tanto che Florentino Perez si era tutelato raddoppiando la sicurezza attorno alla squadra e a Mourinho per il clima rovente che si era creato. Los colchoneros, i tifosi dell’Atletico, nell’ultimo match di Liga contro il Mallorca, dagli spalti avevano più volte scandito il loro sogno: «Muori Mourinho». A Londra gli hanno lanciato un pacchetto di sigarette, quelli del Villarreal una bottiglietta, e si giocava al Bernabeu. Niente in confronto alla testa di maiale piovuta dagli spalti di Barcellona in testa a Figo, un altro pretoriano che non ha più al fianco.
Moratti ha fatto intendere che Josè è lontano. A Josè manca l’Inter: «Mi ha detto che ci tornerebbe al volo», ha confidato Christian Chivu. Con i giocatori si sente, lo ha ripetuto a tutti. Ma sono solo storie che girano: «Vero che qui non rimango... solo questo».- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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