La solita celebrazione del Milito noto e l’Inter va. E adesso tutti comodi in poltrona. Immaginate quanto gli interisti si godranno la partita della Roma. Sembra di sentirli: avanti, fatti avanti! Non potevano chiedere di più. Partita facile, tre gol con la squadra bis e l’attacco delle mille e una favola. Dai piedi di quei tre passeranno tutti i sogni nerazzurri di questa stagione. Anche ieri hanno fatto coro, prima di mollare la ribalta. Milito si è avventato sul primo pallone disponibile per andare a pareggiare la rete di Tiribocchi. Sneijder ha servito assist per due gol, prima di sentir male al muscolo della gamba sinistra. E portarsi dietro i soliti dubbi di salute per la sfida di Champions (mentre Maicon e Pandev, recuperati, ci saranno sicuramente). Eto’o si è limitato ad una presenza di classe (aveva poca birra) regalando un suggerimento decisivo.
Tutta qui la partita, infiocchettata dal rullar di tamburi dell’Atalanta nel primo quarto d’ora. Un po’ di brividi non fanno mai male. San Siro se li è sorbiti, l’Inter non vedeva gol avversari in campionato da gennaio (Maccarone-Siena): Tiribocchi, un altro pelatone, poteva rifilar due colpi da ko, ne ha centrato uno solo sfruttando le classiche bestialità difensive di Materazzi. Poi l’Inter è stata squadra, Milito inimitabile goleador (ora in campionato sono 20), Muntari ha sgraffignato una rete in mischia, quando tutti pensavano l’avesse realizzata Mariga. Chivu ha chiuso con una randellata “sinistra”, che gli ha procurato l’emozione dell’essersi finalmente ritrovato come giocatore.
Doveva essere una partita di passaggio verso la settimana del “non succede, ma se succede”. O meglio: fusse che fusse la vorta bona. E così è stato. Ha portato solo ottimismo e voglia di dimenticare. Indovinate chi? Ibra e Messi? Macchè. L’Inter ama farsi del male da sola.
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