Mtv cambia musica: meno canzoni più show e fiction

Come va la musica in Italia? Per saperlo basta guardare le scritte che compaiono nel video di Fabri Fibra, uno col dono della sintesi arrabbiata, che accompagna le note di Tranne te. Una su tutte: «Nel 2009 si sono venduti 16milioni di album... nel 1999 erano 48milioni».
E se il mercato del disco è quel che è -un’altra sintesi ce la fornisce una canzone di Caparezza: «Sul ponte legato ad un masso/ ci sta un discografico che.../ è stato portato al collasso da un cazzo di mp3...»- anche fare televisione a colpi di musica non è semplice. Ne sa qualcosa Mtv il network musicale nato sull’onda dell’era d’oro del video e del cd, che ha iniziato ad avere i suoi guai nel 2009, colpita dall’effetto domino del crollo della discografia. E ripensamenti sul palinsesto. Anche perché oltre alle difficoltà legate alla raccolta pubblicitaria, che valgono per tutti, c’è il fatto che campare di video con la concorrenza di internet è molto dura.
Ad esempio per quanto riguarda la piattaforma Sky adesso i due canali meno generalisti del Network che erano Brand:new e Pulse sono stati cassati e sostituiti con Rocks e Dance. Ora come ora, mandano in onda la programmazione inglese senza nemmeno inserire la pubblicità italiana. La tv su satellite non fa grandi numeri e quindi tanto vale, la presenza c’è ma non avere contenuti made in Italy non viene vissuto come un problema. Si investe di più su quei canali che danno risultati sicuri come Gold che ora è stato ribattezzato Classic ma è cambiato poco (cose vecchie che piacciono sempre) e Hits (un grande successo è sempre un successo). Si scommette invece sul nuovo canale Mtv Music, adeguatamente bilanciato tra digitale e satellite. Promo del canale fatto proprio da quel Fabri Fibra che citavamo all’inizio e dal suo sodale rapper Marracash, playlist degli spettatori, mini corso per assumere le giuste pose rock in concerto, meccanismi importati dai talent per dar la caccia a gruppi inediti, rapporto più diretto con la rete... Insomma se Youtube non puoi batterlo prima copialo e poi cerca di superarlo. E per quanto riguarda Mtv Italia, il canale madre, quello che una volta era tutte sperimentazioni come Tokusho e Kitchen di Andrea Pezzi o come Total Request Live?
Beh, continua ad essere un paese dei balocchi, ma fatti i debiti conti ha investito su programmi in grado di pescare soprattutto nel mare (sempre meno magnum) in cui nuotano le generaliste. C’è stato True Blood, c’è Reaper, ci sono sempre più cartoni. E poi una prima serata con Jersey Shore (lo show dedicato alle vite di alcuni giovani italoamericani che ha generato un putiferio negli Usa), Niñas mal(serie tv di Mtv ambientata in Colombia con cast latino americano)... Ma soprattutto ci sono I soliti idioti (la nuova serie parte oggi) che, prodotti da Mtv Italia, si stanno rivelando un vero successo con il loro umorismo al vetriolo e Il Testimone condotto dall’ex Iena Pif, che si colloca a metà tra Presa diretta e, appunto, le Iene. E intanto il sito fa di tutto per agganciare utenti facendoli giocare a Battlestar Galattica. Per usare le parole di Gian Paolo Tagliavia (amministratore delegato della rete): «Abbiamo messo in campo una logica di network: Mtv Italia punta all’intrattenimento di tutti i telespettatori compresi nella fascia tra i 15 e i 34 anni... per farlo giochiamo a tutto campo». E visto che sulla musica era necessaria, data la situazione, una ripartenza: «Abbiamo creato Mtv Music... In pratica c’è Music due volte... sarà un po’ didascalico ma volevamo dare un messaggio forte. Ripartire in modo sperimentale non dalla discografia in crisi ma, diciamo così, dall’altra metà della mela, dal fatto che la musica è importante per la gente...».
Funzionerà? In un mercato che si spalma su sempre più canali l’unica via è provare.

Del resto le grandi generaliste si sono aggrappate ai talent canori e al televoto, utilizzando un meccanismo inverso a quello messo in pratica da Mtv. L’erba del vicino è sempre più verde? No, è che quando di erba ce ne è poca la si bruca dove si può.

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