Il «Muccino-due» piace di più al botteghino

La voglia di strafare, alla lunga, penalizza e mortifica le buone intenzioni. Silvio Muccino, agli esordi dietro la macchina da presa nella trasposizione del suo romanzo Parlami d’amore (scritto a quattro mani con la Vangelista), finisce, involontariamente, per pagare l’inevitabile raffronto con il fratello Gabriele. Ci mette tante, troppe idee in questa storia di educazione sentimentale, la maggior parte, però, che sanno di déjà-vu; il tutto, finendo per appesantire un prodotto che avrebbe avuto bisogno di qualche taglio più radicale. Non lo aiutano, certo, i dialoghi, che scadono, in alcuni casi, nell’umorismo. Alla fine, resta la convinzione che di questo film, il Silvio Muccino da preferirsi è quello nella versione di interprete, pur se di se stesso, dove resta di un’altra categoria, inavvicinabile.Pur con un palmares di tutto rispetto, Il Petroliere, di Paul Thomas Anderson, non ha sfondato i botteghini nostrani. A pesare, probabilmente, è l’eccessiva lunghezza di un titolo che racconta ascesa e caduta di un ex cercatore d’argento, diventato poi un industriale del petrolio. Protagonista è il solito maniacale (nello studio del suo personaggio) Daniel Day-Lewis, per il quale val sempre la pena pagare il biglietto.


I film più visti a Genova nell’ultima settimana
1) Parlami d’amore; 2) Caos calmo; 3) 30 giorni di buio; 4) Into the wild; 5) Sogni e delitti; 6) Asterix alle Olimpiadi; 7) American Gangster; 8) La guerra di Charlie Wilson; 9) Scusa ma ti chiamo amore; 10) Il petroliere.

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