Multe annullate dal giudice ma il Comune vuole farle pagare lo stesso

Stefania Scarpa

Le multe? L’incubo dei romani, manco a dirlo. Anche se contestate, discusse davanti al giudice di pace e persino se si è usciti vittoriosi dal contenzioso con tanto di «scuse» e spese legali liquidate ex lege. Ne sa qualcosa un ingegnere capitolino che tempo fa s’è visto recapitare a casa con tanto di minaccia di «ulteriori provvedimenti se inadempiente al pagamento» la cartella esattoriale inviata dall’istituto concessionario della riscossione crediti da parte del Comune per multe contestate e già archiviate in sede civile. Centonovantaquattro euro più spiccioli per maggiorazioni verbali richiesti dalla banca per due multe che il giudice di pace aveva già definito illegittime il 14 dicembre scorso. Col bollettino allegato già bell’e compilato pronto per il versamento. Eppure la sentenza di dicembre aveva di fatto annullato l’ingiunzione di pagamento. Sul fatto, il professionista, assistito dall’avvocato Simone Pacifici, ha presentato un esposto alla Procura della Repubblica. «Il Comune di Roma - si legge nel documento - aveva anche liquidato al legale del ricorrente le spese del giudizio al pagamento delle quali era stato condannato. È palese, quindi, in questo caso, la grossolana inefficienza dell’amministrazione comunale nel mettere a ruolo somme non più dovute». Oggi, l’ingiunzione al pagamento risuona come «vessatoria e finanche estorsiva», come cita la denuncia. «Non v’è dubbio, infatti - spiega Pacifici - che in capo al concessionario del servizio nazionale di riscossione non incomba un generico diritto/dovere di procedere alla riscossione di somme purchessia, ma solo ed esclusivamente debitorie». Ragioni queste, per le quali l’ingegnere chiede al Tribunale di punire non solo l’istituto di credito in questione, ma anche lo stesso Comune di Roma che non avrebbe vigilato sull’operato del suo delegato. «È grave allo stesso modo - aggiunge il penalista - la condotta dell’amministrazione capitolina che anche a volere prescindere dall’obbligo di vigilare sull’istituto, non deve indurlo in errore».
Campidoglio chiamato in causa anche dal Sulpm, il sindacato dei lavoratori della polizia municipale, che ieri sono tornati a protestare per l’ennesimo «colpo di mano» di Veltroni & soci. Dopo gli ausiliari del traffico, gli operatori del Decoro Urbano, gli «attacchini», ecco che anche gli operatori della Protezione Civile comunale potranno avere fischietto e taccuino per le contravvenzioni. «Un’ipotesi contro cui ci opponiamo fortemente - dice Alessandro Marchetti, segretario Sulpm -. Il sindaco dietro la scusa di delegare i poteri di polizia giudiziaria in occasione di “eventi straordinari”, si prepara a estenderli in maniera permanente. Siamo arrivati al punto che persino il portiere di uno stabile potrà fare multe se un’auto in sosta impedisce il passaggio di un passo carrabile. È assurdo.

Per ora abbiamo bloccato la trattativa, ma il Campidoglio deve smetterla di sfornare figure “parallele” alla municipale e non qualificate, senza nemmeno curarsi prima di potenziare e migliorare la posizione dei suoi vigili».

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