Multe, una montagna di ricorsi in prefettura

Massimo Malpica

Quasi 300mila ricorsi a fronte di due milioni di multe, una montagna di contenzioso tanto alta che per smaltirla ci vorrebbero decenni. Il braccio di ferro tra automobilisti e Campidoglio si rinnova ogni anno. I primi si ribellano a quella che molti considerano una persecuzione, soprattutto pensando alle condizioni delle strade di Roma (dove, in controtendenza rispetto al resto del Paese, sono considerevolmente aumentate le vittime di incidenti), rivolgendosi al Prefetto e ai giudici di pace. Ma il Comune non molla, e dopo aver fatto bingo con la ztl (più di un milione l’anno i verbali per violazione dei varchi elettronici) estende la raccolta di contravvenzioni con l’aiuto degli ausiliari. Anche se sulla legittimità dei verbali dei «vigilini» sorgono spesso nuovi dubbi, come nel caso delle multe in corsia preferenziale non contestate immediatamente, recentemente sollevato da un’organizzazione sindacale dei vigili urbani.
La Prefettura è invasa ogni anno da circa 250mila ricorsi, il che vuol dire che più di dodici romani ogni cento multati si sentono così tanto raggirati da affrontare il lungo iter burocratico per chiedere giustizia e non pagare quello che ritengono un balzello ingiusto. A proposito di balzelli: le spese di notifica, con l’esternalizzazione, sono passate da 2,5 a 10 euro, e considerando che il salasso medio per ogni multa è di 78 euro l’incidenza non è poi così marginale.
Il dato più impressionante però, è quello dei tempi che servirebbero per smaltire i ricorsi presentati in Prefettura. In media, esaminare un «caso» per accoglierlo o rigettarlo richiede circa mezz’ora, che moltiplicata per i 250mila «appelli» fa la bellezza di 125mila ore, ovvero 7 milioni e mezzo di minuti. Una persona da sola ci metterebbe 14 anni abbondanti, comprese le domeniche e i festivi, e lavorando 24 ore su 24, per esaminare tutti i ricorsi. Ma considerando le giornate lavorative, ci vorrebbe una task force di cento persone messa in campo dalla Prefettura per 6 mesi e mezzo filati a smaltire la mole dei procedimenti. Inutile dire che queste condizioni non sono ideali per lavorare in serenità. Per esempio, se l’automobilista chiede esplicitamente, come suo diritto, di essere audito dal prefetto, praticamente ha già vinto. Perché bisogna assecondare la sua richiesta tassativamente entro 15 giorni altrimenti, dunque nella stragrande maggioranza dei casi finché Serra non diventerà ubiquo, la multa diventa illegittima. L’altro lato della medaglia è la «bocciatura» seriale dei ricorsi, respinti con moduli standard che indicano solo gli estremi del verbale contestato senza riferimenti al caso in concreto. Ma grazie a una sentenza della Cassazione datata 2005, l’uso di prestampati per il rigetto del ricorso non è più permesso alle Prefetture.
«La situazione è assurda», dichiarano l’europarlamentare Roberta Angelilli e il consigliere comunale Luca Malcotti, entrambi di An. «Le cifre sui ricorsi non dicono tutto - proseguono - perché non tengono conto delle migliaia di romani che pagano multe illegittime, senza contestarle per mancanza di tempo o di informazione. È una vera e propria ingiustizia». I due esponenti di An hanno istituito da novembre del 2004 uno sportello di assistenza legale gratuita. «Sono stati più di 2.

000 i cittadini a cui abbiamo preparato il ricorso per le multe illegittime della Sta - spiegano Angelilli e Malcotti - e abbiamo vinto sempre, nel cento per cento dei casi, liberando il cittadino dalla multa e obbligando il Campidoglio a pagare le spese processuali. Bisogna fermare questa assurda situazione, che diventa un vero e proprio sopruso nei confronti dei cittadini, oltre che un danno enorme per l’erario».

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