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Le municipalizzate dell’energia creano utile

Milano è l’unica città in cui tutte le controllate sono in attivo con profitti per 343 milioni di euro

Nicola Brillo

da Milano

Le municipalizzate italiane sono in utile al Nord, ma non al Sud, «aiutate» dal settore dell’energia che bilancia le difficoltà nei trasporti. I debiti sono pochi e abbondante la liquidità. Sotto esame dell’Ufficio Studi di Mediobanca ventuno società, le municipalizzate dei settori energia, trasporti e ambiente, controllate dai comuni di Roma, Milano, Napoli e Torino (in totale 7,5 miliardi di euro di ricavi aggregati e 67.000 dipendenti). La ricerca, riferita al 2003 e realizzata dallo staff guidato da Fulvio Coltorti, è stata presentata ieri durante un convegno promosso dalla Fondazione Civicum.
La struttura finanziaria delle municipalizzate denota «un’esposizione relativamente contenuta» ed è dotata di «un patrimonio netto di buona qualità», con debiti finanziari limitati (pari al 43% sul capitale investito) e una liquidità «cospicua». L’indagine ha inoltre messo in evidenza che tutte le controllate del Comune di Milano dei settori presi in considerazione sono in utile: nel 2003 i profitti complessivi sono stati di 343 milioni, record in Italia; «attiva» anche Torino, con 30,4 milioni. In perdita, invece, le municipalizzate di Roma (meno 57,1 milioni) e Napoli (meno 79,8). Palazzo Marino incassa i dividendi più elevati: 53,7 milioni, seguito da Roma (23,9), mentre nulla va al Comune di Napoli.
Gli utili vengono soprattutto dall’energia (297 milioni a Milano); a Roma il settore (che guadagna 49 milioni) non riesce tuttavia a bilanciare le perdite nei trasporti (meno 113,9). Le società comunali più redditizie in Italia sono Asm Brescia, Aem Milano e Sagat Torino.
L’interesse di Mediobanca per le «public utilities» è stato sottolineato dal presidente Gabriele Galateri di Genola, secondo il quale «le aziende energetiche hanno bisogno di aumentare dimensioni ed efficienza», e vanno aiutate a «sviluppare strategie».

A margine dell’incontro l’economista e presidente della modenese Meta, Giulio Sapelli, ha commentato l’ingresso di Aem in Edison senza mezzi termini: «È una vergogna, crea un altro monopolio, pericoloso per il reperimento dell’energia». E ha annunciato che è pronta «entro l’estate» la fusione di Meta con la bolognese Hera.

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