«Nella confusione delle voci germoglia lignoranza». Vorrei riferire questo bellaforisma allo scandalo dellimmondizia napoletana sul quale tanto si è scritto perché molto hanno parlato protagonisti e comprimari di quella tragedia civile, nel senso proprio di appartenenza alla civiltà. Ho negli occhi e nelle orecchie voce e viso di Alfonso Pecoraro Scanio seduto nel salotto televisivo di Bruno Vespa. La sua espressione arrogante, il suo schernire linterlocutore, ma in cima a tutto la sua sprezzante autodifesa: dissi no al termovalorizzatore di Acerra avendo subodorato il conflitto di interessi e i reati connessi allappalto e confermati poi dal tribunale. So che non è così, so che Pecoraro Scanio ha le sue colpe, ma a «Porta a Porta» nessuno gli contestò lassunto e nella «confusione delle voci» io mi sono perso. Mi può aiutare lei, caro Granzotto? È innocente o è una faccia di bronzo?
Qui, come va di gran moda dire, occorre fare chiarezza, caro Simonetti. E noi la facciamo. Lemergenza rifiuti data dal febbraio 1994, anno in cui venne nominato il primo commissario straordinario al pattume (in tutto, se ne alterneranno ben nove). Dellanno seguente, invece, è quel Piano per lo smaltimento che comportava la realizzazione di due termovalorizzatori e di sette discariche predisposte per la realizzazione del Cdr, ovvero combustibile derivato dallimmondizia. Le procedure per aggiudicare lappalto (poi vinto dalla Fiba) durarono tre anni, ma nel frattempo i pecorariscanio (più i Caruso, i no global, le truppe cammellate dei «disobbedienti» e la sinistra antagonista) si erano già belli che mobilitati. Sostenendo che quella dei rifiuti non era unemergenza, ma si favoleggiava fosse tale solo per favorire i «padroni» (e, di striscio, anche Bush), erano subito scesi sul sentiero di guerra per impedire, con i loro abituali modi graziosi, la realizzazione degli impianti ritenuti idonei a ripulire il letamaio partenopeo: termovalorizzatori, appunto, apparecchiature per la produzione del Cdr e nuove discariche. Ah, dimenticavo: visto che cera, per far buon peso Pecoraro Scanio pretese che fossero chiuse anche le discariche in funzione.
Quando martedì 17 agosto del 2004 la Fiba aprì i cantieri di Acerra, lorda passò dalle parole (dalle urla) ai fatti. E successe il finimondo: occupazioni, cariche della polizia, decine e decine di feriti, cortei, sit in, blocco delle linee ferroviarie e dellautostrada. Una rivolta in piena regola, con i suoi «presidi» e le sue brave azioni di guerriglia, che andò avanti per un mese. Da allora, per fronteggiare quellemergenza che i Verdi che ridono avevano caparbiamente negato, solo provvedimenti tappabuchi. In pratica, mille tonnellate di pattume giornalmente rifilate (a carissimo prezzo) ad altre regioni italiane e alla Germania. Questi i fatti, caro Simonetti. Quando Alfy Pecoraro Scanio dichiarò guerra ai termovalorizzatori, agli impianti di Cdr e alle discariche tutte, non era nemmeno stata indetta la gara per appaltarne la costruzione.
Una munnezza da facce di bronzo
Commenti
Pubblica un commento
Non sono consentiti commenti che contengano termini violenti, discriminatori o che contravvengano alle elementari regole di netiquette. Qui le norme di comportamento per esteso.