Muraglia cinese contro la Ztl in Sarpi

Muraglia cinese contro la Ztl in Sarpi

«Se venisse istituita la zona a traffico limitato in Paolo Sarpi, be’ salterebbe il progetto dell’Asian Trading Center». Parola di Luigi Sun, l’importatore cinese che vorrebbe trasformare Gratosoglio in una piccola Pechino. Dichiarazione che in quel di Sarpi è interpretata come un ricatto e che spinge Matteo Salvini (Lega) a reclamare «un atto di coraggio»: «L’amministrazione Moratti non può fare un passo indietro sulla Ztl. Che non è solo elemento di riqualificazione del quartiere ma un messaggio chiaro ai grossisti cinesi perché capiscano che non c’è più spazio per loro». Come dire: «Prima la Ztl e poi il trasferimento al Gratosoglio, naturalmente con interventi di supporto al quartiere e senza tentare di giocare colpi bassi».

Condizioni che il capogruppo del Carroccio illustra tra Paolo Sarpi, Messina e Bramante: strade dove serve una maggior presenza dei ghisa, «sarebbe cosa buona e giusta che il comandante dei ghisa, Emiliano Bezzon, ordinasse ai suoi uomini di passeggiare in lungo e in largo per il quartiere». Già, a metà di Sarpi c’è una pattuglia fissa che «ferma esclusivamente italiani». E i cinesi? «Liberi di intralciare il traffico, di caricare e scaricare senza osservare orari e, fatto ancor più grave, di impedire ai residenti italiani di poter vivere in tranquillità». E possiamo garantirvi che un’oretta di passeggiata, con tanto di fotografo al seguito, mostra che «nel quartiere niente è cambiato, dopo i disordini del 12 aprile 2007 provocati dai cinesi contro ghisa e italiani. «Tutto come prima. Anzi, con l’aggiunta che impongono al Comune di non fare la Ztl altrimenti niente trasloco». Commenti sottoscritti da commercianti e residenti e dal comitato di quartiere ViviSarpi che ha «consegnato duemila firme, duemila sì al vicesindaco». La risposta? «Una lettera aperta con la certezza che si farà ma a certe condizioni» replica il comitato. Ma «quali condizioni», chiosa Salvini: «Ztl senza condizioni perché è l’unica risposta seria e coraggiosa al ricatto dei cinesi. E, poi, continua il capogruppo leghista, bisogna che la maggioranza di Palazzo Marino sul fronte Ztl sia coesa: «Non si può sostenere come fa Giulio Gallera, capogruppo consiliare di Fi, che “non serve più“ mentre altri consiglieri come Milko Pennisi ribadiscono “la necessità della Ztl“».

E quindi? «Noi, garantiamo, di rinfrescare le idee agli alleati di governo. La Ztl deve partire senza giochini strani. Altrimenti? Ci vediamo in consiglio».

Messaggio dettato da Salvini che da trentacinque minuti al 14 di via Messina attendeva l’arrivo di una pattuglia di ghisa per multare le auto «cinesi» in sosta. E mentre i grossisti cinesi facevano sapere che «Gratosoglio è per noi troppo piccolo».

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