Murdoch ha i conti in rosso: «Sul web notizie a pagamento»

Dopo un anno da brivido sul fronte dei conti, complice la crisi economica, Rupert Murdoch gioca la carta del web. E non è la prima volta che il non certo giovane magnate dei media, ha 79 anni, decide di rompere gli schemi. L’ha fatto acquistando il sito di social network My Space qualche anno fa, quando la parola sembrava solo un gioco di società, e lo fa ora cercando di contrastare la fuga dei lettori dalla carta stampata a favore del web.
Così dal 2010 i siti Internet delle sue testate - dal Times al Sun, dal New York Post al Wall Street Journal (quest’ultimo in realtà lo è già) - dovrebbero diventare tutti a pagamento. «Un’industria non può regalare il suo prodotto, altrimenti vuol dire che quest’ultimo non è di qualità - ha spiegato Murdoch - siamo certi che altri ci seguiranno su questa strada».
Del resto l’australiano non è comunque l’unico editore convinto che il futuro dell’informazione sul web sia a pagamento. Quelli del New York Times, e non sono i soli, stanno cercando modi per far pagare le notizie online e sono sempre più decisi a non farle finire sui siti dei motori di ricerca, gli unici che davvero guadagnano in questa fase di mercato, come Google e Yahoo. C’è ovviamente chi ritiene che la scelta sia fallimentare. Una decisione del genere, di fatto rivoluzionaria e in grado di stravolgere gli equilibri, scatenerebbe, in prima battuta almeno, una fuga di massa degli utenti che cercherebbero di reperire notizie gratuite su altri siti. Come diretta conseguenza vi sarebbe la successiva fuga degli inserzionisti pubblicitari che, vedendo crollare il numero dei possibili clienti, andrebbero a cercare spazi altrove. Ma Murdoch, dall’alto della sua esperienza, non si spaventa. «La rivoluzione digitale ha aperto molti metodi di distribuzione nuovi e non dispendiosi - ha detto -. Ma non ha reso gratuiti i contenuti. Il giornalismo di qualità non è economico e un’industria che cede i suoi prodotti non fa altro che cannibalizzare la sua capacità di produrre buon giornalismo».
E quindi, per evitare di perdere lettori, Murdoch ha promesso di rendere i contenuti delle testate del suo gruppo «migliori e diversi dagli altri». News Corp starebbe anche valutando l’opportunità di rompere il suo contratto con l’e-reader di Amazon, Kindle, che permette di scaricare i contenuti cartacei su un lettore digitale, per stringere un accordo più remunerativo con Sony, produttore di un altro lettore elettronico.
Quanto ai conti, il gruppo ha chiuso in perdita il quarto trimestre fiscale dato che la solida performance delle divisioni di trasmissioni via cavo (+39%) è stata annullata dal crollo delle entrate pubblicitarie. La società, che oltre ai giornali controlla anche diverse emettenti televisive tra cui Fox e Sky, ha riportato perdite per 203 milioni di dollari, 8 centesimi per azione, contro gli utili per 1,1 miliardi, ossia 43 centesimi, dello stesso periodo dell’anno scorso. Il giro d’affari è calato dell’11% a 7,67 miliardi di dollari.
Conti in discesa anche per Sky Italia che nel quarto trimestre ha riportato utili per 155 milioni di dollari, in calo di 57 milioni rispetto ai 212 milioni dell’anno scorso.

Per l’intero anno fiscale Sky Italia ha registrato profitti per 393 milioni di dollari, in calo di 26 milioni dai 419 milioni dell’anno scorso. Il numero di abbonati è cresciuto di 235mila unità nel corso dei 12 mesi, portando il totale a 4,8 milioni.

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