Cronaca locale

Musei, teatri, cinema e ville Ecco i nuovi templi della moda

Dalla Triennale a villa Necchi passando per il teatro Studio Le sfilate escono dai classici showroom e invadono Milano

Il teatro che diventa passerella, il museo che si trasforma in cinema, lo showroom che si improvvisa redazione, lo spazio culturale che ospita eventi fashion. In questi giorni, stilisti, creativi e addetti ai lavori si sbizzarriscono. La moda colonizza gli angoli di Milano più improbabili. Attribuisce a spazi tradizionali funzioni nuove, spesso stranianti. E rende la città più viva. Passi per via sant'Andrea e ti imbatti in gente che va a vedere un film nel Museo d'Arte Contemporanea. Proprio ieri, quello che presto diventerà il Museo della Moda si è trasformato per la prima volta in un cinema d'essai, e stasera viene proiettato “Appunti di Viaggio”, docu.film di Wenders che come protagonista ha lo stilista giapponese Yohji Yamamoto. Fai un giro di shopping in via Durini, butti l'occhio sulle vetrine dello showroom Porro e - fra i mobili da ufficio e le cucine - vedi computer, pagine di giornali, appunti e un sacco di gente. «È la redazione di Donna Moderna, si sono trasferiti qui per la settimana della moda, non lo sapeva», ti dicono. In effetti sono loro ad aver sguinzagliato Geppi Cucciari nei backstage delle sfilate (i suoi commenti del tipo: «Con una borsa grande, il sedere sembra più piccolo, teniamolo in considerazione…» sono tutti raccolti sul sito donnamoderna.com).
Ma nella settimana della moda capita anche altro. Come trovarsi al Pac in via Palestro fra le modelle che indossano abiti e accessori Hogan (capi tecnici e i nuovi sandali sport-couture “Attractive”) sedute su cubi come se fossero opere d'arte, in un contesto che sembra la factory di Andy Wahrol. Fra artisti, stilisti, figli della Milano bene e vip come Simona Ventura, e Diego e Andrea della Valle a fare gli onori di casa. Capita di vedere e toccare con mano le nuove “D Bag” di Tod's nelle eleganti sale di Villa Necchi Campiglio. O di trovarsi in Triennale alla sfilata del giovane talento Gabriele Colangelo, che per i suoi abiti si è ispirato ad Hans Hartung. O a Palazzo Clerici, dove ieri hanno sfilato gli abiti “stellari” di Francesco Scognamiglio.
Camminando poi lungo corso Vittorio Emanuele, ci si imbatte nel nuovo spazio polifunzionale Fratelli Rossetti, inaugurato venerdì con la scusa di presentare il nuovo sandalo “Emma”. E poi ci sono sempre i negozi, o meglio i concept store: ieri da 10 Corso Como la nuova collezione G-Star by Marc Newson, la nuova “design edition” di Malo da Skitsh, venerdì le scarpe di Francesca Mambrini fra i fiori di Tea Rose.
Per vedere il Teatro Studio trasformarsi in passerella bisognerà invece aspettare lunedì con Laura Biagiotti. Certo, poi c'è chi il teatro se l'è costruito ad hoc: Armani in via Borgognone e Versace in Piazza Vetra, in scena ieri e l'altro ieri. E poi Dolce&Gabbana, che sfila nello spazio ricavato dall'ex cinema Metropol, e Gucci nel suo spazio in piazza Oberdan. Ma Milano in questi giorni è anche un po' Hollywood: prima l'attrice Hilary Swank in Triennale per il premio Triumph, poi le top Claudia Schiffer, Eva Herzigova e Naomi Campbell in Rinascente con Dolce&Gabbana, ieri Mary J Blige alla sfilata di Gucci, domani Ivana Trump da Richmond.

Janet Jackson, madrina per Amfar lunedì, chiuderà lunedì la parata di stelle.

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