Roma

Musica e cabaret, ecco un festival «da sogno»

Insegno, La Ginestra, Masciarelli e i Picari protagonisti di un’estate all’insegna del buon umore

Delfina Santoro

Immaginate lo spasso, i beniamini del pubblico, i comici, riuniti tutti intorno ad un tavolo per presentare la prima edizione del Dreaming festival «Prosa, musica, cabaret e...», dal 25 giugno al 14 agosto, all’insegna del relax e del buon umore, inseguendo ognuno i propri sogni sotto il cielo stellato del laghetto dell’Eur. Nomi del calibro di Cinzia Leone, Michele La Ginestra, I Picardi, Biagio Izzo, Stefano Masciarelli, Anna Mazzamauro, Francesca Reggiani, Antonio Giuliani, Gianfranco Jannuzzi, Pino Insegno (tanto per citarne alcuni). A gestire l’orchestra del buon umore, il direttore artistico della manifestazione Claudio Insegno, il quale ha spiegato subito le sue intenzioni: «Se è vero che il pubblico della stagione estiva è di facile consumo, è anche vero che è lo stesso pubblico di quella invernale, per questo oltre al cabaret ci sarà anche del buon teatro, jazz e tant’altro». Dare spazio ad altre forme artistiche è giusto, ma rimane comunque il dato: il cabaret è l’intrattenimento che attualmente riscuote più successo di pubblico, riempie cinema, teatri, piazze, vende libri e tiene inchiodati davanti al televisore, in altre parole fa audience. Tormentoni come «voglio restare bambino», «il momento è catartico», «le so tutte», sono entrati nell’immaginario collettivo, a conferma che la risata è la più autentica forma d’aggregazione. I «cabarettisti» con la loro visione agrodolce della vita, sempre in bilico tra l’ironica liberazione e la malinconica riflessione, costringono gli spettatori a ridere di se stessi, delle proprie abitudini, fobie, manie, fino a sdrammatizzare. Il rapporto che lega il comico al suo pubblico è stato oggetto di studi filosofici: lezioni sulla comicità si rintracciano in Schopenhauer, Bergson e in Kirkegaard, sull’umorismo in Pirandello, fino a Umberto Eco che ha definito l’ironia «l’arma più efficace contro ogni forma di retorica».
La «comicoterapia» poi, è entrata a pieno titolo nell’elenco delle medicine alternative: la cura del riso per i bambini ricoverati in ospedale è accolta con favore dal mondo scientifico e pare che ridere prevenga anche il rischio d’infarto. Il motivo è semplice: una sana risata sprigiona endorfina che va a stimolare l’endotelio, il rivestimento interno dei vasi sanguini. Eppure loro, i maghi della risata, di fronte al «rumore» che li circonda stringono le spalle, qualcuno ti ripete ironicamente che fare cabaret è «sempre meglio che lavorare», altri come Cinzia Leone ti spiegano che «tutto parte dal modo in cui si percepisce la realtà», altri ancora come Claudio Insegno puntano più sull’autoironia personale.

Non ci resta che aspettare di vedere come mettono in pratica le loro teorie.

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