Roma

Musica per Roma: «Il 2007 è stata un’ottima annata»

Ne è passata di acqua sotto i ponti dal 21 dicembre 2002 quando venne inaugurato il nuovo auditorium capitolino, ideato e progettato da Renzo Piano nel cuore del quartiere Flaminio. Chi l’aveva fortemente voluto, Campidoglio e centro-sinistra in testa, oggi si frega le mani per aver avuto una preziosa lungimiranza. Ed ogni volta che la stampa viene convocata per dare conto dei bilanci di Musica per Roma (la fondazione che gestisce la mega-struttura), si rinnova il ritornello del «l’avevamo immaginata a dispetto di tutto e di tutti, e abbiamo avuto ragione». In effetti sono un’ottima arma politica questo auditorium e le sue dirette filiazioni (Musica per Roma e Festa del cinema); e poco conta che era considerata da tutti una scandalosa mancanza il fatto che un’istituzione centenaria e prestigiosa come Santa Cecilia (vedere il pezzo a fianco) fosse rimasta da oltre mezzo secolo senza un tetto sulla testa. Ieri, quindi, in Campidoglio si è rinnovato il rito di autocompiacimento. Con un Veltroni inaspettatamente raggiante, viste le spinose condizioni in cui versa il Paese. La stampa non si è sottratta e ha preso nota dei virtuosi numeri che hanno caratterizzato il 2007 di Musica per Roma. E tutto suona proprio come una musica (elettorale?) alle orecchie dei Veltroni boys. «Al di là dei dati oggettivi - gongola il sindaco - il nuovo auditorium è soprattutto un luogo dove ritrovarsi a prescindere dagli eventi ospitati. Un luogo, insomma, dove respirare cultura». E di lì alla lunga teoria di numeri il passo è breve. Le tre istituzioni dell’auditorium (S. Cecilia, Musica per Roma e Festa del cinema) hanno attirato l’attenzione di oltre un milione di spettatori, con un incremento di oltre 26mila rispetto al 2006. Ben 1105 eventi con un aumento del 3% e un tasso di occupazione delle sale pari all’85%. E qui Gianni Borgna, presidente di Musica per Roma, precisa: «Calcolando che ad agosto ci fermiamo per la fisiologica manutenzione, siamo quasi al cento per cento dell’utilizzo delle strutture disponibili». Ritornando al concetto di novella (e molto à la page) agorà culturale, l’auditorium disegnato da Renzo Piano ha ospitato nel 2007 oltre 2 milioni e 300mila persone. Altra musica celestiale alle orecchie degli amministratori è la questione dei soldi. L’autofinanziamento - stando ai dati forniti dagli stessi virtuosi gestori dell’auditorium - è pari al 62% del totale. E per autofinanziamento si intende la vendita di servizi e biglietti e la prodigalità degli sponsor. «Siamo più bravi di prestigiose realtà come il Barbican Center di Londra - chiosa Borgna - dove l’autofinanziamento non arriva nemmeno al 50%».

Insomma, una «grande scommessa vinta» sbotta raggiante il sindaco.

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