
Torna Eugenio Finardi, cantautore e polistrumentista, una delle star assolute del rock milanese colto (prog, sperimentale e infine pop). Quanta acqua è passata sotto i ponti dai suoi esordi, all'inizio degli anni Settanta, le sue colleborazioni con gli Stormy Six, poi i brani di successo (planetario) come «Extraterrestre», e ancora «Musica ribelle» e «La radio»; per i suoi dischi hanno suonato musicisti del calibro di Patrizio Fariselli, Ares Tavolazzi e Paolo Tofani, già membri del gruppo progressive Area (a conti fatti oltre 240 brani da lui scritti). E da pochi mesi, precisamente a maggio di quest'anno, il suo ventesimo album, titolo «Tutto». Ebbene non poteva non mancare la relativa tournèe. Stasera il cantautore è in scena al Castello Sforzesco con il suo tour «Tutto 75-25» (inizio alle ore 21). Con la tournèe in corso, prodotta da Imarts International Music and Arts, l'artista racconta mezzo secolo di carriera senza mai diventare una celebrazione nostalgica attraverso i brani storici, unitamente alle nuove canzoni dell'album appena uscito, in un dialogo tra passato e presente. Ad accompagnarlo, sul palcoscenico, Giuvazza Maggiore (chitarre), Claudio Arfinengo (batteria) e Maximilian Agostini (tastiere). Ma occhio anche all'artista che precede il concerto principale.
Apre il «live» alle ore 20,30, infatti, il chitarrista e compositore Renato Caruso, che proporrà alcuni pezzi tratti dai suoi ultimi tre dischi: «Grazie Turing», «Thanks Galilei» e «La Teoria del Big Chord».
«Sono onorato e felice di aprire il concerto di un artista immenso come Eugenio Finardi con cui sento di avere delle profonde affinità - afferma Renato Caruso - Nel suo ultimo album ci sono titoli come Bernoulli e Onde di probabilità, che sembrano raccontare di temi presenti anche nei miei brani». Inoltre - conclude - «siamo vicini nel linguaggio pitagorico e nel modo di approcciare la musica, che per entrambi è un incontro tra numeri, emozioni e significati profondi».