Che bel tipo Fabrizio Moro, duro e coerente come oggi è difficile incontrare nei piani alti delle classifiche. Esce con il disco Non ho paura di niente che arriva solo in versione fisica (quindi vinile e cd) mentre in versione digitale, sempre da oggi 14 novembre, c’è soltanto il singolo Scatole , quindi tradizione e modernità quasi fosse un manifesto della sua musica. «Un disco in cui ho messo tanto cuore e tanto fegato come sempre, ma stavolta ho sofferto di più», spiega con passione mentre ricorda la sua adolescenza e gli anni da chitarrista punk innamorato di Clash e Sex Pistols. E dopotutto c’è qualcosa di punk anche nel titolo del disco: «È una provocazione, proprio nel momento in cui ho molta paura, mi scatta quella voglia di rivalsa e di riprendere in mano la vita dicendo “Io non ho paura di niente”». La sua paura più grande, caro Fabrizio Moro? «Di perdere l’ispirazione, quella è la preoccupazione più invadente che ho».
In questi nove brani di ispirazione ce n’è parecchia, il suo stile rimane lo stesso ma forse c’è più riflessione ( Comunque mi vedi ) ma anche più irruenza verace come dimostra In un mondo di stronzi . E le storie che Fabrizio Moro racconta sono frutto di esperienze e racconti, mica di fantasie.
Il brano Simone spaccia , ad esempio. «Simone esiste davvero», conferma lui. «Leggo molto e viaggio appena posso per tenere vivo il mio sguardo sul mondo, l’ultima volta sono stato a Cuba, all’Avana vecchia, il viaggio mi dà una sensazione di libertà difficile da provare altrimenti». E forse la più grande libertà che si è preso è di restare coerente con se stesso anche se «è stato molto faticoso» ma per fortuna «in questi anni le spalle mi sono cresciute così tanto che sono attrezzato a tutto ».
Quando scrive le canzoni, lui pensa già a come portarle sul palco, cosa che farà con un evento speciale il 2 maggio al Palazzo dello Sport di Roma e poi da fine ottobre in giro per l’Italia.«Il Festival di Sanremo? Bravi Amadeus e Conti a rinnovarlo ma penso proprio di non andarci». E le sue, si sa, non sono parole che volano via.