La sfida di Marracash: un tour kolossal negli stadi

Un concerto in sei capitoli, quasi fosse un film, anzi un epic movie. Sul palco otto ballerini, una band dal vivo, performer e figure sceniche. Ma anche cinque robot alti fino a 6 metri

La sfida di Marracash: un tour kolossal negli stadi
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C’è chi prova sempre ad alzare l’asticella della qualità. E chi no. Marracash sì. Lo conferma il gigantesco impianto tecnico e narrativo di “Marra Stadi 2025”, prodotto da Friends & partners, il primo tour negli stadi di un rapper italiano che, tra l’altro sta andando benissimo in prevendita: 250mila biglietti già venduti su 300mila disponibili. Debutto il 6 giugno al Comunale di Bibione poi il Maradona di Napoli (10 giugno), l’Olimpico di Torino (14), San Siro già sold out il 25 e poi il 26, l’Olimpico di Roma (30) e il San Filippo di Messina il 5 luglio. “E’ il live più importante della mia vita, il punto d’arrivo di un percorso lungo, tradotto nella Trilogia (ossia i suoi ultimi dischi (“Persona”, Noi, Loro, Gli Altri” e “E’ finita la pace” - ndr)”, spiega lui presentando uno dei progetti più colossali per un concerto negli stadi. Intanto non ci sarà un “Festivalbar con mille ospiti” perché l’unico ospite fisso sarà Madame, che interpreterà un personaggio nel copione di questi show. Si sentirà anche la voce di Matilda De Angelis che, da una “bolla-occhio” sopra il palco, dialogherà con Marracash tra una canzone e l’altra. “Ci sarà tanta tecnologia, ma senza Intelligenza Artificiale, non c’è nulla di male ma a questo spettacolo lavorano venti persone. E persino la mia manager Paola Zukar avrà un ruolo nello show”, conferma questo rapper sempre più distante dalla superficialità del rap. “Sento rapper che dicono di aver scritto quella determinata strofa in cinque minuti o che fanno le prove del tour soltanto in pochi giorni. Questo taglia le gambe. Qualsiasi professionista ad alti livelli non fa le cose in dieci minuti. Noi pensiamo a questo live da mesi, io sto provando da settimane. Esattamente come fanno Vasco Rossi o Cesare Cremonini. La retorica del rap facile facile lascia davvero il tempo che trova: per fare le cose in grande, servono idee, tempo e lavoro”. Sante parole.

Marracash

Il concerto sarà in sei capitoli, quasi fosse un film, anzi un epic movie. Il centro della trama è il conflitto tra Fabio Rizzo e Marracash, un dialogo tormentato che è stato la scintilla personale e creativa degli ultimi tre dischi ma nel quale tutto il pubblico si può rivedere, riflettere, specchiare. Ovviamente in scaletta ci sono i brani più famosi, ci mancherebbe, come per esempio “Lei” che è nella top 20 in radio secondo l’ultima classifica di Earone. Ma c’è pure una selezione degli altri pezzi di repertorio ritagliata apposta per rannicchiarsi in questo racconto.

Infine c’è la parte tecno-kolossal. Otto ballerini. Una band dal vivo (evviva).

Una serie di performer e figure sceniche che si alterneranno sul palco. E cinque robot alti dai 3 ai 6 metri sullo sfondo. Senza dubbio, viste le premesse, il “King del rap” ha giocato un asso sul tavolo della musica. E meno male, dopotutto sono i re quelli che dettano la linea.

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