Il musicista Rava le «canta» al Comune per la città sporca

Il musicista Rava le «canta» al Comune per la città sporca

(...) in tutto il mondo. Dici Enrico Rava e pensi al trombettista e compositore famoso in tutto il mondo. Bé, Enrico Rava da due anni e mezzo abita a Genova, in via Casaregis. «Ma sto pensando di andarmene - dice - perché, giuro, non ho mai visto una città così sporca e maltenuta». La rabbia di alzarsi al mattino e sentire prima ancora dell’aroma del caffé il puzzo di fogna ha portato l’artista ad armarsi di macchina fotografica e immortalare quello che tutti coloro che vivono nel quartiere della Foce vedono quotidianamente sotto le proprie finestre. «Ma evidentemente in molti ci sono abituati perché io parlo con le persone che incontro per strada, ma sembra che non ci facciano più caso». Invece Rava, abituato a viaggiare in tutto il mondo, ci fa caso eccome. «Io sono arrivato qui due anni e mezzo fa insieme a mia moglie - racconta -. La Liguria la conoscevo già, sono stato nelle Cinque Terre e ho avuto una casa sopra Chiavari, ma a un certo punto abbiamo pensato che abitare proprio nel centro fosse un bel salto di qualità. Prima ero molto contento, ma adesso penso che tornerò sui miei passi... non ne posso più».
La goccia che ha fatto traboccare il vaso, dopo un’estate passata con le finestre chiuse a causa del tanfo che proviene dai cassonetti dei rifiuti stracolmi, è stato quando Rava, uscendo di casa di prima mattina, ha trovato davanti al portone un frigorifero. «Capisce? Un fri-go-ri-fe-ro gettato come fosse un sacchetto di immondizia qualsiasi - continua il musicista -, a questo punto penso che siamo arrivati a un punto di degrado tale che gli stessi cittadini abituati a vivere in una strada sporca, si comportano di conseguenza, dando origine a una discarica di materassi, batterie di macchine, mobili vecchi e quant’altro».
Ma non c’è solo la spazzatura strabordante dai cassonetti, anche le piccole aiuole che circondano i tronchi degli alberi del viale sono molto sporche e con bordi di pietra tutti rotti, senza contare che dove mancano gli alberi da anni non sono stati più sostituiti. «E che dire degli zingari accampati in Corso Italia? - continua Rava -, hanno montato persino una tenda in un’area di posteggio e per disfarsi dei loro rifiuti li abbandonano nell’aiuola adiacente. E di chi sono quelle brandine sudice allacciate con catena e lucchetto al corrimano? Mi chiedo se non passi proprio mai un vigile da quelle parti...». Ma Rava e la moglie hanno capito che è inutile lamentarsi e sfiduciati nella possibilità di un cambiamento hanno deciso di andare via. «Viaggiando parecchio conosciamo molte città e sinceramente non ne abbiamo visto altre amministrate così male sotto il profilo del decoro urbano - dice Rava -, almeno non nel nord Italia. Di certo Milano e Torino non versano in queste condizioni... Noi che possiamo ce ne andiamo, così risolviamo il problema». Dove? «Faremo sede in un’altra grande città, e poi, visto che amiamo moltissimo la Liguria cercheremo una casa a Santa Margherita Ligure, dove le cose vanno meglio. Certo, la delusione è tanta».


Insomma, una fuga in piena regola, una sconfitta per Genova. Che perde un altro figlio illustre, sebbene solo di adozione. Chissà se qualcuno se ne accorgerà, se cambierà qualcosa. Lei cosa dice? «Ci credo poco, altrimenti, per come amo la mia casa, resterei».

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