Mussi ai ds: compagni addio. Veltroni: "Il partito nuovo sia di carne"

Il leader della sinistra diessina compie lo strappo annunciato al congresso della Quercia. Standing ovation per Veltroni: "Improponibile il ritorno al proporzionale". Al congresso della Margherita Rutelli boccia il segretario Ds. E Prodi: "Il mio ciclo concluso a fine legislatura"

Mussi ai ds: compagni addio. Veltroni: "Il partito nuovo sia di carne"

Firenze - "Noi ci fermiamo qui". Il leader della Sinistra Ds, Fabio Mussi, l'unico a prendere la parola al congresso dei Ds a Firenze a nome di tutti i delegati della sua mozione annuncia così che l'ex correntone non condivide il progetto indicato da Piero Fassino e che "non parteciperà alla Costituente del Partito democratico".

Movimento autonomo E Mussi annuncia: "La nostra intenzione è di costituire un movimento politico autonomo, che si propone di aprire un processo politico nuovo, più a sinistra del partito democratico. Non un altro piccolo partito - replica Mussi ai compagni della maggioranza che su questo punto lo criticano -. Ma un progetto volto a riunificare forze. A mantenere viva la prospettiva di una forza di sinistra i ispirazione socialista. Laica e di governo. Del lavoro, dei diritti, delle libertà femminili, dell'ambientalismo, aperta alle nuove culture e alle sfide di questo secolo. Alleato al Partito democratico".

Grande sinistra in grande Ulivo "L' ultima volta che ho votato una mozione di maggioranza al congresso di Torino si intitolava 'Una grande sinistra in un grande Ulivo'. Sarà certamente un limite mio, ma io sono rimasto lì". Il leader della sinistra Ds, Fabio Mussi, rivendica il suo appoggio al progetto dell' Ulivo, "il cuore, la scelta decisiva del riscatto democratico, dopo l' apparire dell' inedita destra populistico-plebiscitaria di Berlusconi". Ma, per Mussi, il socialismo non è "cianfrusaglia ideologica" e, nel suo intervento, difende le battaglie per salari, per l' ambientalismo, per la questione morale nella vita civile, economica e politica.

Patto di ferro per il governo "Penso che sia essenziale, qualunque cosa accada sul terreno più propriamente politico, garantire la tenuta della maggioranza di centrosinistra, la stabilità del qoverno. Tra di noi deve esserci, comunque, questo patto di ferro". Il ministro dell' Università e leader della Sinistra Ds scinde le decisioni politiche, con la sua uscita dai Ds, dalla fedeltà al centrosinistra e all'azione del Governo Prodi. Mussi ribadisce la sua convinzione che il Partito Democratico non rafforzi il governo: "In verità, complica il quadro, non lo semplifica".

Ovazione per Berlinguer Fabio Mussi strappa un'ovazione alla platea quando ricorda Enrico Berlinguer: "Non bisogna toglierlo, ma metterlo nel Pantheon", dice il leader della sinistra diessina. E il PalaMandela scoppia in un grande applauso.

Applausi e l'abbraccio con Fassino Nessuna retorica, ma solo la inevitabile commozione di un passaggio politico che dopo trent'anni divide la strada di compagni di partito. Si chiude così il discorso di Fabio Mussi al Congresso Ds, mezz'ora per dire che lui non ci sta e che vuole restare in una forza di sinistra, di governo, ma chiaramente di sinistra, come non sarà il Pd. «Buona fortuna, compagni» e Mussi scende dal palco per trovare l'abbraccio di Piero Fassino, tutti e due commossi, evidentemente, ma non cedono alle lacrime o a immagini da lasciare alla storia dei Ds. Intanto in congresso, in buona parte in piedi, applaude, e Mussi raccoglie l'abbraccio di tanti. Prima di allontanarsi voltando le spalle.

Veltroni: "Quello nuovo sia un partito di carne" Basta con la divisione tra politica e società civile, sì alla contaminazione perché "quando pensiamo al Partito democratico dobbiamo pensare a un partito di popolo, non alla cooperazione di stati maggiori di partito presenti, passati e futuri ma alla costruzione di un soggetto politico nel cuore della società italiana, capace di sentirne le ansie e le speranze". Walter Veltroni descrive il Partito che verrà e dal palco del congresso dei Ds lancia un appello, accorato, perchè il Pd si costruisca "nella carne" della società, "dentro la vita reale" delle persone perché "non è possibile guardare alla società solo attraverso i sondaggi, la tv, i giornali e neppure attraverso le nostre riunioni dove parliamo di noi". Il paese è stanco, appesantito, e noi dobbiamo sentire la società italiana, c'è un malessere profondo e può diventare rabbia". "Chi pensa di tornare al proporzionale ante anni Novanta, dice una cosa che non sta né in cielo, né in terra. Abbiamo bisogno di stabilità e il Partito Democratico e il bipolarismo sono indissolubilmente legati".

Grillini a Fassino: "Dì qualcosa di laico" "Voglio concludere con un appello alla Nanni Moretti, rivolto al segretario del mio partito: Fassino, dì qualcosa di laico e dillo in fretta, perchè se non lo farai entro quattro mesi, noi saremo fuori dal partito e tu sarai prigioniero dei teodem e delle signore del cilicio. Ma io al partito del cilicio non mi ci iscrivo". Arriva da Franco Grillini il più accorato appello ad una politica laica per il nuovo Partito democratico. Il deputato della Quercia attacca quindi il Family Day che sarà, a suo avviso, "la più grande manifestazione clericale della storia", e non nasconde di pensare che l'appoggio dato da Fassino a questo evento "sia un terribile errore".

Amato: "Collocazione internazionale? Se ne parli dopo" La collocazione internazionale del futuro partito democratico "è il classico argomento che non va affrontato ora. È una questione che va decisa dopo il matrimonio". Lo ha detto il ministro dell'Interno, Giuliano Amato, parlando al termine del Consiglio die ministri degli Interni a Lussemburgo. "Si tratta di argomenti che servono soltanto a rafforzare le identità che stanno per fondersi - ha continuato il ministro degli Interni - è opportuno parlarne più tardi". Nei confronti del Partito democratico che ancora non è nato c'è una autentica "ossessione" di interviste e analisi quotidiane, che rischia di far nascere il partito già vecchio nel disinteresse generale".

Il compleanno di D'Alema Non ci poteva essere compleanno più calzante per il ministro e presidente Ds Massimo D'Alema, una vita da "professionista della politica", dedicata al partito.

Oggi il vicepremier compie 58 anni e li festeggia ascoltando gli interventi-fiume che da stamattina dominano il quarto congresso della Quercia, al Forum Mandela di Firenze. Il ministro degli Esteri ha ascoltato tutti gli interventi. Unico strappo alla regola: un brindisi ristretto, in una saletta alle spalle del palco, con Fassino, Walter Veltroni e il gruppo dirigente del partito.

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