Musso Gli elettori chiedono le dimissioni, Morgillo no

«Partire è un po' morire? Partire è esplorare, conoscere, scoprire, immaginare, fondare, costruire...», firmato Enrico Musso che lascia a Facebook il suo ultimo pensiero da senatore del Popolo della Libertà. Lascerà, manca l’ufficialità che si pensava arrivasse già ieri, e poi Musso passerà al gruppo misto per poi, ipotizzano in molti, finire nella casa di Fini al momento opportuno. Nella sua bacheca si radunano elettori e simpatizzanti che commentano e argomentano facendo anche seguito ad una intervista che il professore ha rilasciato ieri a la Repubblica e nella quale parla anche di ipotesi di governo tecnico e di un suo sostegno al dopo Berlusconi. Ma non è sfuggito ai senatori della Lega Nord il passaggio nel quale l’intervistato parla di senatori della maggioranza on demand che pigiano il pulsante e basta. La polemica è arrivata addirittura in aula dove il senatore Sandro Mazzatorta ha preso la parola per «stigmatizzare questo tipo di affermazioni fatte da colleghi, che magari non si distinguono per un’attività frenetica in Commissione e in Aula, meriterebbero altro spazio che non quello offerto dai giornali».
E il suo addio, tra l’altro, sembra non piacere agli elettori «autentici» del professore e c’è chi gli chiede di lasciare lo scranno parlamentare per tornare all’Università. «I suoi elettori per mandarla in un seggio di Palazzo Madama hanno messo una croce sul simbolo "Il Popolo della Libertá - Berlusconi Presidente"» incalza un utente, mentre un altro interlocutore affonda «Passare al gruppo misto, o fraternizzare con Fli è un esempio di ciò che non amo». Musso replica che la richiesta per lasciare il parlamento l’ha fatta ai capogruppo Maurizio Gasparri e Gaetano Quagliariello che lo avrebbero invitato a desistere e rimanere ma spostandosi nel gruppo misto. Situazione che però Maurizio Gasparri non ha confermato al Giornale: «Mi auguro solo che Musso resti senatore del Pdl e garantisca il sostegno al governo».
Critiche, invece, gli sono arrivate da Luigi Morgillo che, in caso di dimissioni di Musso, entrerebbe in Senato. Il prof. ha spiegato che uno degli argomenti che non lo convince per le dimissioni è che al suo posto subentrerebbe Morgillo dal quale è stato recentemente attaccato.

«Se non si dimette gli offro una cena, con quello che succede a Roma duro pochi mesi - replica il consigliere -. In Regione ho iniziato un lavoro che vorrei durasse cinque anni. Ma se lui uscisse andrei a Roma per non permettere l’ingresso di Gianfranco Gadolla, oggi militante di Fli».

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