(...) Ma chi glielo fa fare con tutti i casini che ci sono?
«Mi metto a disposizione con il mio bagaglio professionale e culturale, quella di Scajola è stata unapertura di credito. Sono contento che anche il ministro abbia capito che ci vogliono ancora persone di esperienza per togliere dalle secche questo Pdl genovese, lunico che non riesce a farsi comprendere come alternativa alla sinistra. Anche in Emilia e Toscana ci stanno riuscendo».
E allora da dove si parte? Dal candidato sindaco per arrivare al partito o dal partito per arrivare al candidato sindaco?
«Non creiamo falsi problemi. Enrico Musso ha delle doti, un buon carisma, intelligenza e, io aggiungo, è anche un liberale. Ha tutte le carte in regola ed è spinto da grande passione. È un nome eccellente ma se ci sono altri pronti a correre si facciano avanti: è legittimo avere ambizioni»
Eppure cè chi già pensa che Musso farà la fine di Biasotti...
«Non facciamo i disfattisti. Lo dico anche al Giornale di cui seguo tutti gli interventi, compresi quelli dei lettori. Ritengo profondamente sbagliato dire che Musso è perdente perché detiene un doppio incarico. Fare il senatore e mantenere il posto di consigliere comunale è segno che cè interesse da parte di Musso di esserci. Ci sono leader nazionali, in tutta Europa, che hanno il doppio incarico. Non è un handicap»
E delle primarie cosa ne pensa?
«Si facciano pure se sono utili ad animare il dibattito. Ma dopo, si deve remare tutti dalla stessa parte. Quante volte, anche in un partito piccolo e modesto come era il Pli, mi sono trovato ad essere in minoranza: ma ho sempre rispettato le scelte della maggioranza perché è la causa che conta»
Ma per vincere a Genova non basta lentusiamo di un candidato, ci vuole quella di un partito che nei suoi dirigenti tanto entusiasmo non lo esprime.
«È proprio su questo che dobbiamo lavorare. Mi faccia mettere a posto qualche idea perché linvestitura è stata improvvisa: sono stato preso in contropiede.
Scajola le ha dato lincarico per evitare che uno come lei fugga verso la mozione Fini?
«Questo va chiesto allinteressato. Io dò ragione a Fini quando si misura sulla politica interna del partito, ma do ragione a Berlusconi quando dice che quando la maggioranza esprime una linea quella va difesa».
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