Musso, il senatore che piace ai dipietristi e spacca i suoi elettori

Musso, il senatore che piace ai dipietristi e spacca i suoi elettori

(...) La consigliera Muratore loda, e il senatore Musso, si presume approvi. E mentre la sua posizione in dissenso non ha certamente ricevuto applausi tra gli esponenti liguri del Popolo della Libertà, a partire dal coordinatore regionale del partito Michele Scandroglio, ha trova invece consensi e parole di stima, direttamente tra gli avversari. Soddisfatta della scelta fatta dal senatore ligure, la consigliera regionale, ieri pomeriggio, durante la presentazione del suo nuovo sito elettorale www.votamuratore.it ha voluto ribadire la sua soddisfazione: «Un plauso in questo caso a Enrico Musso che ha usato il cervello, e quindi ha ragionato in proprio». E pochi istanti prima della presentazione del suo nuovo sito, che va ad aggiungersi a quello istituzionale, ha voluto ribadire: «Diciamo che la mia di posizione è scontata, vista la mia appartenenza politica; però non farò soltanto una valutazione politica, dico pertanto no a questo tipo di processo breve. Voglio soffermarmi sull'argomento e dare anche delle motivazioni di natura pratica, visto che ho lavorato per trent'anni nell'amministrazione della giustizia, e conosco molto bene qual è il problema». «Dico dunque "sì", al processo breve se questo vuol dire tribunali e uffici giudiziari con più risorse, per poter accorciare i tempi della giustizia, e avere processi nei tempi giusti - ha ribadito -. Dico invece "no" a questo tipo di processo, perché agisce come il chirurgo scriteriato, che taglia il piede gottoso senza curare il male. No quindi a un processo ad personam».
A parte le critiche, condite da una buona dose di coccole tutte indirizzate al senatore Musso, per Patrizia Muratore c’è stata anche l'occasione per ufficializzare la nascita del suo nuovo punto di ascolto virtuale, che raccoglierà critiche e mugugni: «molto agile, con una mappa della Liguria divisa nelle quattro province e arricchita del comprensorio del Tigullio - ha aggiunto -. Qui le persone possono interagire e segnalarmi problematiche e disservizi. A Genova la suddivisone territoriale è per municipi. È chiaro che non ho ricette particolari, così come non posso dare soluzioni, ma posso farmi parte attiva, per segnalare le cose che non funzionano». Nulla di nuovo se si pensa al sito di Sandro Biasotti, candidato di centrodestra alle prossime regionali www.mugugno.tv, nato proprio per raccogliere i malumori e critiche dei liguri. Così come il numero verde di Gianni Plinio, consigliere Pdl che offre ai cittadini una linea telefonica gratuita grazie alla quale far sentire la propria voce.
Il tema politico del giorno resta però pur sempre il caso Musso. Sul quale si dividono anche gli elettori di centrodestra. Tra qualche voce favorevole, si leva anche la critica di Pasquale Ottonello, presidente del Municipio Medio Levante, a contatto con i cittadini: «Io che sono sempre stato un sostenitore di Musso e che in passato sono stato «esiliato» per un periodo nel gruppo misto proprio per avere ragionato con la mia testa senza seguire pedissequamente le direttive dell’allora Forza Italia, oggi dico doppiamente che Enrico ha sbagliato. La forza di tutti noi del Pdl che stiamo per raggiungere un risultato straordinario strappando il Comune di Genova al centrosinistra dopo decenni rischia di essere indebolita se il candidato in pectore prende posizioni difficilmente comprensibili dal suo elettorato di riferimento». Critico, tra gli altri lettori che hanno fatto sentire la loro voce in redazione, anche Mario Lauro, che rimprovera anche al Giornale di «aver dato troppo spazio alla vicenda: bastava la metà delle colonne».

Lauro, che critica chi interviene sul caso prima di comunicati formali dei responsabili del Pdl, paragona Musso a «giocatori tipo Cassano che va ad allenarsi quando crede» e fa presente al professore che «chi si candida od accetta una candidatura con un partito o si sente parte della squadra oppure se preferisce operare in modo autonomo, da consulente esterno, non può poi pretendere di convincere l’elettorato di riferimento a votare per il PdL solo al momento delle elezioni». Questo senza contare il punto dell’iscrizione o meno di Musso al partito.

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