«Contro Musso non c'è storia. Se candideranno un altro ancora meno».
Marta Vincenzi sorride e commenta così il nostro giochino dei tagliandini sul candidato sindaco del centrodestra. Nient'altro che una battuta. Poi, a margine della presentazione del WI-FI al Porto Antico, si fa seria sul confronto con il prossimo avversario per le elezioni del 2012.
«Quello che conta - spiega Vincenzi - è difendere anche il comune di Genova dagli attacchi della manovra Tremonti che, tra le altre cose, distruggerà il welfare municipale».
Passa mezz'oretta. E dal suo ufficio a Sottoripa, dove ha convocato i giornalisti per presentare il progetto «People mover» in Valbisagno, il senatore risponde alla «sollecitazione» della sua «avversaria» e parla da aspirante sindaco nonostante non voglia più essere, almeno ufficialmente, il candidato in pectore del centrodestra. Non è tutto. Enrico Musso, atteso alle 14.30 alla riunione dei parlamentari e consiglieri regionali Pdl dove si discuteva proprio di finanziaria, non si fa vedere all'appuntamento perché «avevo un altro impegno». E poi nel comunicato stampa del partito di Berlusconi e Fini il «criticone» del centrodestra ligure è l'unico, a parte Sandro Biasotti, assente giustificato perché fuori Genova, che non viene menzionato. Oltremare correrà, quindi, da sola?
«Lo scopo della nostra fondazione - spiega lapidario Musso - è anche quella di coinvolgere persone della società civile che magari non avrebbero votato centrodestra. Altro che allineamento più a destra come sostengono alcuni».
«Sulla manovra - continua il senatore - non sono affatto d'accordo con la mia ex avversaria. Se da un lato critico lo strumento di poco intelligenti tagli orizzontali che penalizzano cittadini e amministrazioni virtuose, dall'altro non si può ingannare i genovesi perché Palazzo Tursi è un comune sprecone. Il nostro debito pro capite è il quarto d'Italia e il doppio della media nazionale. Il costo standard per abitante è salito fino a circa 1200 euro. Paghiamo 150 milioni di euro di servizio del debito. Una cifra astronomica».
Musso è un fiume in piena. Come se le parole della sua «avversaria» sul giochino dei tagliandini avessero abbattuto quelle barriere politiche che nei giorni scorsi lo hanno convinto a scendere - ma mica tanto - dal ring della corsa alla poltrona di numero uno della città.
«Occorre sprecare molto meno - attacca Musso - bisogna vendere parte del patrimonio, mettere gli uffici comunali negli edifici di proprietà senza affittarne inutilmente altri, vendere le aziende partecipate invece di ricomporle e di comprarne le quote non assegnate per favorire la liberalizzazione e per uscire dal monopolio dei servizi che così com'è costano il triplo di quanto dovrebbero costare in un libero mercato».
Dal primo «duello» a distanza Vincenzi-Musso al progetto della Valbisagno. Il senatore ieri ha spiegato che, dopo gli incontri sul territorio, proporrà a Tursi un «minimetrò» sullo stile di Perugia e di Venezia.
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