«Mi dà fastidio, vedermela tutte le mattine davanti», ha replicato lui, mentre continuava il lavoro a colpi di cemento e cazzuola. Le due donne hanno insistito: «Se proprio vuoi chiudere la cappella, dai a noi la Madonnina. Non si fanno queste cose anche se tu non ci credi». Il marocchino ha nicchiato. Poi ha fatto segno: «Prendetela». Ed è andato avanti a riempire di cemento l'edicola votiva.
Il permesso di mettere in salvo la statua è stato l'unico punto sul quale la signora Agnese e le altre donne della corte sono riuscite a mediare l'altro giorno. Gli angeli che stavano intorno alla madre di Gesù sono rimasti seppelliti dalla calce.
Il problema è che nelle cascine di Casatenovo, nei prati alla periferia di Valaperta, non ci abita quasi più gente del posto. Le case vengono vendute o affittate a marocchini e, più in generale, a extracomunitari di fede islamica. «Quelli, appena arrivano, inorridiscono, vedendo i simboli della religione cristiana. E siccome le case sono loro, fanno pulizia da sé, partendo proprio dalle cappelle votive che noi teniamo in ordine, cambiando i fiori tutte le mattine. Ogni casa ha la sua statuetta e non capisco come queste persone possano pensare di portarcele via senza nemmeno chiedere il permesso. E poi in quella casa ci sono altri abitanti che non avrebbero mai voluto rinunciare alla Madonnina e ora invece devono guardare un muro in cemento».
Ma finché ci sono le donne di chiesa come quelle di Cascina Rimoldo, capelli bianchi e grembiuli fantasia, il destino del Cristianesimo è in salvo. «Ci penserà lei ad aggiustare tutto», dicono in coro indicando la Madonna che i carabinieri hanno rimesso a posto ieri. «Già convivere con questa gente è dura, ma vedere che cancellano le nostre tradizioni è troppo», aggiungono.
Il sindaco, Antonio Colombo, è inorridito: «Non c'era nessuna autorizzazione. Emetto un'ordinanza di ripristino immediata». E anche se alla fine, con l'intervento dei carabinieri, la nicchia è stata riaperta, il sindaco ha parlato di «un'iniziativa individuale arbitraria e incivile».
Il consigliere regionale della Lega Nord, Giulio
De Capitani è stato ancora più duro: «Il gesto di questo signore musulmano rappresenta una ferita lancinante nei confronti delle nostre tradizioni, della nostra secolare religiosità e dei simboli della nostra identità». Per ora la ferita è stata risanata. La statua è tornata al suo posto. Le donne della corte e lo straniero si sono stretti la mano. La guerra di religioni, per ora, è risolta.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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