Mutui, da Obama 75 miliardi per fermare i pignoramenti

Barack Obama apre l’ombrello federale contro la pioggia di pignoramenti, nel tentativo di proteggere i proprietari di case alle prese con la crisi. Messa la firma, martedì scorso, alla legge per il rilancio economico da 787 miliardi di dollari, il presidente Usa ha illustrato ieri le linee-guida della Homeowner Stability Initiative (Hsi), ovvero il piano con cui intende affrontare la metastasi immobiliare che dall’estate 2007 ha cominciato a diffondersi su tutto il territorio statunitense e che ora «minaccia la stabilità dell’economia».
È un piano forzatamente ambizioso, a cominciare dalle cifre in gioco, già lievitate rispetto a quelle prospettate dallo stesso Obama appena una settimana fa: 75 miliardi, contro gli iniziali 50 miliardi, ritenuti sufficienti - almeno sulla carta - a porre un freno all’emorragia di foreclosure, ovvero le notifiche per il mancato rimborso dei mutui, il primo passo verso la probabile confisca dell’abitazione.
La possibile sottrazione della casa è l’incubo più ricorrente, insieme con quello della perdita del posto di lavoro, delle famiglie americane. È a loro, nove milioni di nuclei familiari secondo i calcoli della Casa Bianca, che sono rivolti gli aiuti. Tesi a ristrutturare o rifinanziare i mutui, in un momento in cui il progressivo deprezzamento degli immobili impedisce la vendita delle case, o bilanci familiari erosi dalla crisi rendono complicato onorare i debiti. Il meccanismo-base dell’Hsi è semplice: il peso della rata dei prestiti non potrà superare il 31% del reddito mensile. Sarà lo Stato a compensare le banche al 50% per gli sconti concessi ai proprietari di case. In realtà, il piano è un po’ più articolato: se le rate superano il 43% del reddito mensile, chi ha erogato il mutuo dovrà attivarsi in modo da farle scendere a non più del 38%. Poi, attraverso ulteriori iniziative, il peso della rata dovrà risultare pari al 31%, tasso da mantenere per i seguenti cinque anni. La tentazione da parte delle banche a pignorare piuttosto che a rinegoziare il prestito verrà inoltre scoraggiata con un fondo da 10 miliardi gestito con la Fdic, l’agenzia federale di assicurazione dei depositi.
«Aiuteremo gli americani che giocano secondo le regole e che agiscono in modo responsabile», ha spiegato Obama. Nessun soccorso verrà insomma prestato agli speculatori o a quanti si sono indebitati oltre le proprie effettive disponibilità, come molti temevano alla vigilia della presentazione del piano.
L’altro asse portante dell’iniziativa coinvolge Fannie Mae e Freddie Mac. Alle agenzie specializzate in mutui a tasso agevolato saranno raddoppiati i fondi (da 100 a 200 miliardi per ciascuna), con l’obiettivo di rafforzare il mercato dei prestiti e di renderli sostenibili anche per le tasche provate degli americani.L’annuncio del piano non ha entusiasmato Wall Street, reduce da un martedì disastroso (il Dow Jones è rimasto sulla parità +0,03% come pure il Nasdaq -0,18), mentre le Borse europee hanno contenuto le perdite sotto al punto percentuale (-0,73% Milano).

A impedire il rimbalzo dei mercati, le ennesime cattive notizie dal fronte macroeconomico Usa, dove la produzione industriale è calata in gennaio dell’1,8% e i nuovi cantieri avviati sempre nello stesso mese sono scesi del 16,8%, ai minimi storici. La Fed ha inoltre rimesso mano, peggiorandole, le stime sul Pil 2009, ora previsto in calo tra 0,5% e 1,3%. La precedente forchetta era compresa fra -0,2% e -1,1%.

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