Cronache

Nan, uno «sconosciuto» in Camera

Alemanno (An) e Pecoraro Scanio (Verdi) in diretta su Rai Due: «Ma chi è?»

Nan, uno «sconosciuto» in Camera

L’anno scorso fu il gioco della figurina in bianco e nero, dell’indovinello sul nome del calciatore anni Sessanta che con i capelli tutti neri e i baffoni alla moda dell’epoca era praticamente irriconoscibile rispetto al dirigente in giacca e cravatta di oggi. Fu un tormentone fortunato per «Quelli che il calcio...». Gene Gnocchi quest’anno sceglie di non abbandonare il fortunato filone, pur riuscendo a rinnovarlo e a non farlo sempre uguale. L’indovinello in studio va puntualmente in onda domenica pomeriggio. Ma stavolta il giochino sembra assai più semplice. Le fotografie sono rigorosamente attuali, scattate magari il primo «giorno di scuola» e il compito di indovinare i loro nomi è affidato ai «compagni di classe». O meglio, di aula, trattandosi di parlamentari.
Domenica pomeriggio nelle vesti di concorrenti ci sono due volti noti, notissimi della politica. Presentati in rigorosa par condicio, il ministro dei Verdi Alfonso Pecoraro Scanio da una parte e l’ex ministro Gianni Alemanno di An dall’altra sfogliano l’album delle «figurine» di Montecitorio. Un disastro. D’accordo che i deputati sono 630 e che la legislatura è appena agli inizi, ma i due non ne azzeccano uno. Il terzo uomo comparso con sorriso smagliante al centro di una bandiera tricolore, immortalato in primissimo piano a tutto schermo, è Enrico Nan. Dai, è facile. È di Forza Italia, è il coordinatore ligure, mica uno qualsiasi. Tra l’altro è l’unico coordinatore regionale a essere sopravvissuto al «rinnovamento». È stato persino vicepresidente della commissione Telekom Serbia. Mica è un «deb» della politica, è alla quarta elezione in Parlamento. Troppo buoni gli autori. Figuriamoci se almeno l’alleato Alemanno non lo riconosce. Gelo in studio. Pecoraro Scanio rispetta il pronostico e si arrende: «L’ho visto sì, ma il cognome ora non lo ricordo». Alemanno ha l’occasione per fare il break e portarsi finalmente in vantaggio, ma sbaglia il rigore a porta vuota: «Non lo so - fissa meglio la foto e poi si sbilancia -. Ma secondo me è un leghista».

Maledetto partito unico.

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