Napoli, 25 in manette e il prefetto indagato

Inchiesta per truffa e traffico illecito. Nei guai il commissariato che gestì l’emergenza negli anni scorsi. Bertolaso disse: "Vicenda devastante, me ne vado". La raccomandazione di Napolitano: "Non cediamo alle pressioni localistiche"

Napoli, 25 in manette e il prefetto indagato

Napoli - «Allora, spero che non diano a te la responsabilità, perché ovviamente io, ho già mollato l'incarico alla luce di questa devastante vicenda di vigliaccheria assoluta, da parte dello Stato». È lo sfogo di Guido Bertolaso, con il prefetto di Napoli, Alessandro Pansa, agli ultimi spiccioli di lavoro, come Commissario straordinario per la emergenza rifiuti in Campania.

Bertolaso (nominato una settimana fa da Berlusconi sottosegretario all’emergenza rifiuti) mollò l’incarico perché, come si disse in quei giorni (era l’estate del 2007) «lasciato solo dallo Stato». Lasciato solo dal governo Prodi e dai suoi ministri. A cominciare dall’ex ministro all’Ambiente, Alfonso Pecoraro Scanio. Lo sfogo telefonico nacque dall’opposizione proprio di Pecoraro Scanio all’apertura della discarica di Valle della Masseria, a Serre. Il «verde» era invece favorevole all’istituzione di un sito a Macchia Soprana.
Bertolaso parla con il prefetto Pansa, (poi subentratogli nell’incarico di Commissario di governo), senza sapere, ovviamente, di essere intercettato dai carabinieri del Nucleo Tutela ambiente di Roma. Il telefonino finito sotto controllo non era il suo e neppure del prefetto di Napoli ma della vice del Commissario per la emergenza rifiuti, Marta Di Gennaro, che passa l’apparecchio a Pansa. Questa telefonata, unitamente ad una fitta attività investigativa, coordinata dal procuratore Giovandomenico Lepore e dal suo vice, Aldo De Chiaia e condotta dai sostituti Paolo Sirleo e Giuseppe Novello, ha provocato un nuovo terremoto giudiziario sulla gestione della monnezza campana. Venticinque persone, infatti, sono state arrestate dai carabinieri all’alba di ieri.

I militari hanno consegnato ai 25 un’ordinanza di custodia cautelare (643 pagine) agli arresti domiciliari, firmata dal giudice delle indagini preliminari, Rosanna Saraceno. Tra i destinatari vi sono la stessa dottoressa Di Gennaro, i vertici della «Fibe spa» e della «Ecolog» (società titolare dei treni con cui fino al 2007 sono stati trasportati i rifiuti campani in Germania), i capi di alcuni «cdr» della Campania, funzionari del Commissariato di governo e due della Protezione civile, un carabiniere. Ma c’è anche un altro indagato eccellente, il prefetto Pansa, raggiunto da un’informazione di garanzia, firmata dai pm Sirleo e Novello. I due sostituti sono gli stessi che hanno condotto l’inchiesta sulle attività del Commissariato per l’emergenza rifiuti in Campania, che ha portato al rinvio a giudizio di 28 persone, tra le quali, il presidente della Regione Campania, Antonio Bassolino.
Nel corso della telefonata intercettata tra Bertolaso e Pansa, l’amareggiato sottosegretario all’Emergenza rifiuti, dice ancora: «E quindi, io, non guardo in faccia a nessuno. Quindi, ho già comunicato al segretario generale che per quello che mi riguarda la vicenda è conclusa. Domani mattina metterò due righi per iscritto. D’altra parte, non mi pare di avere alternative, capito? Quindi volevo che lo sapessi, va bene?».

Dall’altro capo del filo, il prefetto di Napoli, appare dispiaciuto per la decisione di Bertolaso. «Quindi io... no... mi dispiace un sacci... veramente mi dispiace un sacci... perché... io non so meglio di te chi possano... cioè». Bertolaso: «.. no.. ehh». Pansa: «... cioè... siamo proprio nella merda seria». Bertolaso: «Vedrai che il ministro dell'Ambiente saprà togl... saprà tirare fuori qualche altro cilindro, troverà pure un... sovrano che sarà in grado di gestire tutto molto più brillantemente di quel poco che sono riuscito a fare io... quindi... ». Pansa: «Oh». Bertolaso: «Va bene... ti saluto Alessandro... ciao grazie mille di tutto... grazie di cuore».

L’indagine della Procura napoletana riguarda la gestione del ciclo di smaltimento dei rifiuti solidi urbani in Campania ad opera del Commissariato di governo. L’attività investigativa è consistita non solo nelle intercettazione telefoniche ma anche in sopralluoghi e interrogatori di persone informate sui fatti. I carabinieri avrebbero accertato che «le società affidatarie del servizio, con la complicità di funzionari del Commissariato di governo, trasformavano i rifiuti solidi urbani in totale difformità rispetto alle autorizzazioni ambientali, con conseguente illecito smaltimento dei rifiuti, solo apparentemente lavorati e falsamente dichiarati tali, presso discariche che così ricevevano ed hanno ricevuto rifiuti diversi da quelli per i quali erano state autorizzate».

L’operazione è stata chiamata «rompiballe» perché in determinate circostanze le balle di spazzatura erano aperte e inviate

alle discariche. Il processo dovrebbe essere ben diverso: le balle, infatti - in teoria rifiuti sottoposti a trattamento - hanno come destinazione il termovalorizzatore e non la discarica.
carminespadafora@libero.it

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