Napoli, indagato il braccio destro della Iervolino

da Roma

L’operazione «canaglia» non ha colpito all’improvviso: a palazzo San Giacomo, nel Comune di Napoli, si attendevano le mosse della procura da mesi, e in particolare dalla fine dell’estate. Ma la sorpresa è che l’indagine condotta dalla Guardia di finanza su appalti, tangenti e corruzione nelle istituzioni partenopee è arrivata a toccare anche i politici, puntando in alto, fino a uno degli stretti collaboratori del sindaco Rosa Russo Iervolino.
Tredici arrestati, tra i quali il vicepresidente dell’Unione Industriali napoletana Vito Grassi, un consigliere regionale (Roberto Conte, Pd) e il capostaff della Iervolino (Luca Esposito) indagati, una storia che nella carte dei pubblici ministeri Giuseppe Maddalena e Giancarlo Novelli parla di presunti appalti truccati nel settore degli impianti tecnologici per la Regione, degli estintori e del centrostampa per il Comune, in cambio di regali, come orologi di pregio, e di piaceri, come «favori sessuali».
Pur ribadendo la «totale estraneità agli addebiti formulati», ieri Esposito ha deciso di dimettersi dal Gabinetto del sindaco. Sono due le aziende finite nel mirino della Procura: la Graded di Grassi e la Fire Control dell’indagato Vincenzo Cotugno, ditta che secondo la tesi dei magistrati sarebbe stata in grado di battere la concorrenza sia nelle fotocopie digitali sia negli impianti antincendio con un presunto falso ideologico e un repentino cambio di ragione sociale.
L’ipotesi accusatoria racconta di una rete di referenti nelle istituzioni napoletane, fino ai gradi più alti dei livelli tecnici, come il direttore centrale della Funzione Pubblica del Comune, Antonio Ruggiero.
I magistrati vogliono capire di più anche sul conto di Esposito, già ex assessore al Traffico e politico dal curriculum variegato: esordio nella Dc, passaggio nel Ppi, salto nell’Udc, trasferimento a Forza Italia e infine approdo all’Udeur, ora uomo di fiducia del sindaco per gli enti locali. La procura ipotizza una sua «intercessione» per Fire Control nel Comune. Gli sono state perquisite casa e ufficio. È sotto inchiesta, non agli arresti, ma ieri ha deciso di lasciare il posto «per evitare strumentalizzazioni».
In Regione, era secondo i magistrati la «demitiana» Ornella Barile, a capo del settore bilancio e ragioneria, la funzionaria ad avere un rapporto definito troppo confidenziale con la Fire Control. Il consigliere Conte avrebbe avuto un ruolo «fondamentale» nell’assegnazione della commissione aggiudicatrice alla Barile secondo quando si legge nell’ordinanza del gip.
Mercoledì un difficile consiglio comunale si è chiuso con la richiesta dell’apertura di una commissione d’indagine da parte dell’opposizione. «Abbiamo anche fatto notare - spiega il capogruppo di An a palazzo San Giacomo, Luciano Schifone - che la Graded è anche l’azienda che gestisce l’illuminazione pubblica del Comune di Napol. Coincidenza ha voluto che proprio mercoledì la commissione aggiudicatrice abbia definito la gara nulla, ma la gestione spetta sempre alla Graded in attesa di una nuova gara».
Ieri il governatore della Campania Antonio Bassolino si è augurato che chi è coinvolto nell’inchiesta «Canaglia» possa «dimostrare la sua estraneità».

La Iervolino ha reagito con l’annuncio di sospensioni immediate per i funzionari agli arresti e si è detta completamente «fiduciosa nel lavoro della magistratura». Non ha reagito con un rifiuto alle dimissioni del suo capostaff. Le ha accolte.

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