Napoli Una giovane coppia di sposi e una anziana, schiacciati dalle macerie di un edificio sbriciolatosi nel cuore della notte in via Calvanese, nel centro di Afragola, paesone a nord di Napoli. Ma, dodici ore dopo il ritrovamento dei tre cadaveri, intorno alle 13,15 di ieri, la folla che invadeva la strada dove era avvenuta la tragedia è esplosa in un boato di gioia. Un miracolo nella tragedia. Imma, una bimba di 10 anni, era sopravvissuta.
La rabbia, il dolore per quei tre morti per un attimo sembrano svaniti.
Intorno alle due della notte tra venerdì e sabato, mentre sul Napoletano si stava abbattendo un nubifragio la palazzina a tre piani di via Calvanese si è accartocciata su se stessa, sprofondando tre metri sotto il livello della strada. Due le famiglie che vivevano nell'edificio, tre persone in tutto. Una giovane coppia di sposini, Pasquale Zanfardino di 32 anni e Enrica Tronca di 28 al secondo piano, e un’anziana, Anna Cuccurullo, 75, al primo con la nipotina che si era recata da lei per tenerle compagnia la notte. Imma Mauriello e l’anziana sono state spinte dalle macerie sotto l'asfalto. La gente di via Calvanese si è riversata in strada nonostante la forte pioggia per prestare i primi soccorsi. I vigili del fuoco si sono messi alla ricerca dei 4 dispersi. Da quel momento è iniziata l’attesa, infinita, dei parenti. A mezzogiorno i vigili del fuoco hanno individuato tra le macerie i corpi schiacciati di Pasquale ed Enrica. I due giovani, sposatisi un anno fa, sono morti abbracciati nel loro letto. Poco dopo è stato trovato anche il cadavere di Anna Cuccurullo. Si è temuto che accanto all’anziana ci fosse anche Imma che spesso le dormiva accanto: la nonna era diabetica ed era la stessa piccina a farle le iniezioni d’insulina. Amici, parenti, vicini di casa e di vicolo, sono ammutoliti al passaggio dei tre carri mortuari con le salme delle tre vittime. Poi, l’esplosione di gioia di mille tra uomini e donne, bambini e anziani, extracomunitari che vivono in via Calvanese, bloccati in strada e sui balconi. «Non ho mai smesso di pregare e credere che mia figlia fosse viva» racconta Carmela, la madre della superstite.
Sentimenti contrastanti si dibattono in questa donna esile e provata dalla sofferenza. Nel crollo Carmela ha perso la madre, Anna Cuccurullo, ma l’incubo di vedere anche una figlia morta si è trasformato in gioia quando dalle macerie è giunto l’urlo di un pompiere: «La bambina è viva».
Carmela stringe la mano di Raffaele, il gemello di Imma, abbraccia la primogenita Anna che porta lo stesso nome della nonna mentre il marito, Salvatore, venditore di frutta in Toscana, rientrato col cuore in gola ad Afragola, segue da vicino l’opera dei soccorritori.
La bimba si è salvata perché le macerie l’hanno trascinata all’interno di una cavità, dove si era creata una bolla d’aria che le ha consentito di respirare. «Ho infilato la mano in un buco e ho sentito il viso caldo della piccola», racconta l'ispettore dei vigili del fuoco Francesco De Martino. La magistratura ha aperto una inchiesta per fare chiarezza sulle responsabilità di questa tragedia.
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