Napoli, muore per non farsi rapinare l’auto

Vittima un pensionato di 67 anni. Costretto a scendere dalla sua Peugeot si è aggrappato al finestrino ma è stato trascinato per un centinaio di metri dal bandito. Poi è crollato a terra, finendo maciullato sotto le ruote

Napoli, muore per non farsi rapinare l’auto

Quando l’altra notte i vigili sono arrivati alla rotonda di Casavatore (comune al confine con Napoli), si sono trovati davanti a una scena terribile: il cadavere di un uomo, schiacciato da un'auto, abbandonato al centro della carreggiata. Dietro la vettura, una scia di sangue, ad un centinaio di metri il suo braccio destro. C'è voluto poco alla polizia municipale per capire che non si trattava di un incidente stradale ma di un omicidio. Un'ora dopo, infatti, lo scenario era già chiaro al comandante dei vigili, il generale Luigi Sementa, ex colonnello dei carabinieri che in trent'anni trascorsi nell'Arma ha arrestato camorristi del calibro di Luigi Giuliano e Francesco Schiavone, detto Sandokan. L'uomo ucciso era una persona perbene, un operaio della Sirti in pensione, con la passione per la pesca subacquea: si chiamava Fortunato Montella, 67 anni.

La tragedia è avvenuta lungo la Circumvallazione esterna e non è casuale che sia avvenuta proprio qui. Una striscia di asfalto lunga una trentina di chilometri, che collega una quindicina di centri a nord di Napoli, ai cui lati della carreggiata si trovano megastore, prostitute, venditori di illegalità varia. Sulla «strada della morte», negli ultimi 25 anni ci sono stati altri episodi simili a quello di cui è stato vittima Montella, ma anche regolamenti di conti tra clan della camorra, migliaia di rapine.

Costruita negli anni ’90 per congiungere la periferia di Napoli, a partire da Secondigliano, con Lago Patria, passando per grossi comuni come Casoria, Casavatore, Melito e Giugliano tra gli altri, la Circumvallazione esterna è nota per essere terra prediletta dei rapinatori che, dopo aver messo a segno il colpo a danno degli automobilisti costretti a scendere dall’auto, solitamente chiedono un riscatto in cambio della restituzione della vettura.

La tragedia si è consumata all'incrocio tra Casavatore e il quartiere di Secondigliano. Due zone ad alto rischio criminalità, dove fermarsi a un semaforo può voler dire mettere a repentaglio la propria vita. Probabilmente quello che è successo a Montella. Il pensionato, residente a Trecase, era andato a Melito dove aveva una compagna con la quale stava dividendo la sua vita, dopo essere rimasto vedovo due anni fa. Stava tornando a casa quando ha incontrato probabilmente due malviventi, a caccia di vittime. Montella è stato bloccato mentre era alla guida della sua Peugeot 206, acquistata di seconda mano un anno fa ma della quale era gelosissimo.

Il pensionato è stato costretto dai banditi a uscire dalla vettura ma, quando ha visto che uno dei due si è seduto nella sua Peugeot pronto a partire, lui si è aggrappato al finestrino.

Spietato, il malvivente, ha accelerato: il pensionato non ha mollato la presa ed è stato trascinato per un centinaio di metri. Poi, quando non ce l'ha fatta più, è crollato sull'asfalto, finendo sotto le ruote della sua auto. Che lo ha maciullato.

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