Roma Mazzarri la definiva una delle tante finali, Ranieri una partita difficilissima. In ogni caso era una “mano”decisiva della partita-scudetto sul tavolo verde dell’Olimpico.E il Napoli non l’ha fallita, dimostrandosi più squadra della Roma. Il sogno alle pendici del Vesuvio continua, mentre si spegne quello romanista – che rimane comunque in corsa per la Champions - a poche settimane dall’arrivo in società degli americani (a proposito, ieri l’ormai ex presidentessa Rosella Sensi era a Palazzo Chigi da Letta, qualcuno vocifera che perorasse la causa per un posto nel comitato di Roma 2020). Nessuno a Napoli nascondeva i timori per questa partita, visto che ogni volta che la squadra di Mazzarri era arrivata a pochi passi dalla vetta, puntualmente aveva perso colpi. Stavolta non è andata così: la risposta al poker del Milan, che ha mantenuto i rossoneri a +3, è arrivata dal solito Cavani. Che in una sera segna il gol numero 1000 in trasferta della storia azzurra, raggiunge e supera Careca – finora il miglior cannoniere stagionale del Napoli – salendo a quota 20, fa conquistare alla squadra di Mazzarri il settimo successo esterno del campionato (non accadeva da una vita) e soprattutto sfata il tabù che voleva i partenopei mai vittoriosi sulla Roma all’Olimpico dal 3-2 del 1993. Il rigore procurato e trasformato ( con qualche patema, visto che il pallone – comunque entrato in porta - sbatte sui due pali e poi esce) e il facile tocco davanti a Julio Sergio sul cross di Cannavaro lascia il Napoli in orbita e probabilmente toglie di mezzo una seria rivale per il titolo. Ranieri sceglie un atteggiamento tattico a due punte (Borriello e Vucinic i prescelti, con Menez tenuto in serbo per la ripresa) e il rombo a centrocampo, Mazzarri non fa turnover (lo aveva annunciato) e ripropone Campagnaro e Dossena tra i titolari. Il gesto di fair play di Simplicio che, dopo aver colpito alla testa Aronica, aveva atteso il rientro dell’avversario per tornare in campo, lasciava presagire buone intenzioni. Invece è toccato vedere qualche colpo di troppo: Lavezzi “ impunito”secondo i romanisti per un presunto sputo a Rosi, lo stesso difensore giallorosso “graziato” per un tocco di mano che fa arrabbiare persino De Sanctis, giochi di gomito non ortodossi di Dossena su Taddei. I cartellini sono poi arrivati, ma tardivamente, poi la gara si è tranquillizzata. Sin dall’avvio più Napoli che Roma, capace di arrivare sotto porta con maggiore facilità rispetto ai giallorossi che comunque hanno avuto un’occasione con Vucinic (bravo De Sanctis in uscita). La squadra di Ranieri è rimasta a lungo in balia del suo non gioco e della mancanza di idee e schemi. La carta Menez (il francese testa i riflessi di De Sanctis su una delle rare iniziative romaniste) si è rivelata inefficace così come l’ingresso di Totti a un quarto d’ora dalla fine.
Fischi a Ranieri e alla squadra dopo il 90’,per continuare a restare attaccato al treno Champions, servirà molto di più. E nonostante i timori, anche i tesserati napoletani sono giunti all’Olimpico senza particolari problemi (con 4 daspo ai tifosi che tentavano di penetrare nottetempo all’Olimpico).- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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