A Napoli spuntano anche i falsi pendolari: sono consiglieri regionali

Falsi ciechi, falsi braccianti, a Napoli esiste anche un’altra categoria di profittatori: i falsi pendolari. E mica parliamo del popolino che cerca di arrotondare le proprie entrate, ma di presunti imbroglioni vip. Appena cinque giorni fa, infatti, hanno scampato gli arresti domiciliari (chiesti dal Pm ma rigettati dal gip) tre dei quattro consiglieri regionali della Campania (tre del Pdl, uno del Pd), sui quali si è abbattuta una bufera giudiziaria, che sicuramente getterà ombre sulla battaglia elettorale per la riconquista dello scranno regionale. I quattro consiglieri che hanno ricevuto un avviso di conclusione di indagine dal pm della Procura di Napoli Graziella Arlomede sono Enzo Rivellini, Luciano Passariello e Piero Diodato (tutti del Pdl) e Giuseppe Russo, del Pd.
I quattro indagati per truffa ai danni dello Stato sono accusati di avere falsamente attestato di vivere lontano, molto lontano in qualche caso, dalla sede del Consiglio regionale, allo scopo di ottenere le indennità di spese di viaggio: più chilometri, più rimborsi. Parliamo di politici che mensilmente intascano circa 10mila 400 euro lordi, ai quali vanno aggiunti altri 2480 euro per i portaborse. Addirittura fuori regione vivrebbe Rivellini, «costretto» a trasferirsi dal suo presunto domicilio calabrese per raggiungere il Centro direzionale di Napoli, sede del Consiglio regionale. Rivellini (dimessosi lo scorso anno da consigliere in quanto eletto europarlamentare) avrebbe illecitamente intascato la bellezza di 39mila euro di rimborsi per trasferte inesistenti.

Al secondo posto in classifica si è affermato Diodato, urlatore contro gli sprechi e rivelatore dello scandalo delle buste paga d’oro a dirigenti e funzionari del Comune di Napoli, con 19mila euro. Terzo, Passariello con 14 milaeuro e quarto, con 6mila euro, Russo, l’unico per il quale il Pm non ha chiesto l’arresto ma solo un obbligo di dimora. I quattro, all’unisono, si dicono vittime di «disguidi».

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