NapoliMancavano solo settecento metri e il Metrostar Etr Serie 200 della Circumvesuviana avrebbe raggiunto con i suoi 70 passeggeri e il personale di bordo, il capolinea, la Stazione di piazza Garibaldi, nel centro di Napoli. Ma, giunto all'ultima curva, il convoglio, messo sui binari da meno di un anno, anziché curvare verso destra ha tirato diritto. Pauroso lo schianto: alcuni convogli si sono abbattuti sulla massicciata, la vettura di testa contro i pali della linea elettrica. Nei vagoni scene terribili, urla, pianti, sangue ovunque.
Gravissimo il bilancio della tragedia: un morto e 58 feriti, di cui uno grave. La vittima si chiamava Giuseppe Marotta, 71 anni ed era un cancelliere in pensione. Nel violentissimo impatto ha perso entrambe le gambe. È morto poco dopo in ospedale per dissanguamento. Grave anche uno studente universitario, Vincenzo Scarpati, 25 anni. La sorella Lucia, 18 anni, che si trovava in sua compagnia, lo ha visto svenire sotto i suoi occhi. «Chiamavo mio fratello ma non mi rispondeva, ho chiesto aiuto ma vedevo sangue e feriti ovunque mi girassi». Il ragazzo adesso è ricoverato in rianimazione con una grave emorragia cerebrale.
Il Metrostar Etr Serie 200 era partito dalla vicina San Giorgio a Cremano, aveva compiuto una fermata al Centro direzionale di Napoli e poi era ripartito. Dopo essere uscito da una galleria, nei pressi del «Pascone» (dove si trova un capannone della Circum, le ferrovie interne della Campania) ha imboccato la curva maledetta e poi è deragliato. In quel tratto, secondo le prescrizioni di marcia, per ragioni di sicurezza, a causa della presenza di alcuni cantieri, la velocità non deve essere superiore ai 20 chilometri orari. Ma, ci sono diversi testimoni, passeggeri che si trovavano a bordo, secondo cui il Metrostar correva. «Il treno filava a un'andatura velocissima», dice un ragazzo, uscito quasi illeso. Qualcuno ha anche riferito che il macchinista, Giancarlo Naso, 45 anni, da venti conduttore, era al telefonino quando è avvenuto l'incidente.
Tre ospedali sono stati impegnati ad accogliere i feriti. Gli infermieri del Loreto Mare, che si trovavano in agitazione per il mancato pagamento degli stipendi hanno sospeso la protesta e hanno prestato regolarmente servizio. Anche Naso, sotto choc è finito al pronto soccorso poi è stato condotto in commissariato dove è stato interrogato dal vicequestore Pasquale Trocino. «Sono confuso, non ricordo nulla», ha detto. Distrutta dal dolore, la moglie di Marotta vuole giustizia: «Chiedete ai testimoni che cosa è successo in quel treno. Solo cosi sarà possibile fare chiarezza sulla morte del mio Giuseppe».
La polizia ha sequestrato la «scatola nera». Attraverso l'apparecchietto e le telecamere di bordo sarà possibile fare chiarezza sulle cause della tragedia. Sembrerebbe da escludere un cedimento del terreno. La scatola nera dirà innanzitutto a quale velocità andasse il treno. In attesa del responso, il direttore generale dellEav, holding regionale dei trasporti che gestisce la Circumvesuviana, Ciro Accetta avalla l'ipotesi che «la velocità non era ridotta, se fosse stata di 20 chilometri, come prescritto, il convoglio si sarebbe appoggiato a terra subito dopo essere uscito dal binario, invece lo abbiamo trovato parecchio più avanti». Quattro le inchieste aperte: magistratura, ministero, azienda e Regione Campania.
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.