Un intervento chirurgico all’avanguardia, primo nel suo genere, è stato eseguito nell’ospedale Santobono-Pausillipon di Napoli, dove è stato asportato un tumore maligno all’utero a una bambina di appena un anno. L’equipe medica diretta dal chirurgo Giovanni Di Iorio, direttore del reparto di Chirurgia Pediatrica Urologica, in sinergia con il dipartimento di Oncologia del nosocomio, ha utilizzato la innovativa tecnica della videolaparoscopia.
Il tumore è stato asportato, facendo attenzione a preservare la vagina e l'utero e a non compromettere la futura fertilità della bambina; è la prima volta al mondo che questa tecnica viene utilizzata su un paziente così giovane. Al Santobono-Pausillipon è stata prima diagnosticata la rara patologia, poi è stata eseguita una terapia a base di chemio e infine è stato asportato il tumore con le strumentazioni più moderne della medicina di oggi.
La videolaparochirurgia, più in generale, nota come laparoscopia, è una tecnica chirurgica che prevede l'esecuzione di un intervento chirurgico addominale senza apertura della parete, ed è una branca della video-chirurgia; nasce ufficialmente nel 1987 per merito di Philippe Mouret, chirurgo generale di Lione. In particolare, la videoscopia sfrutta, come nell'endoscopia, uno strumento dotato di una telecamera che trasmette a un monitor le immagini dall'interno dello spazio esaminato.
Questa tecnica consiste essenzialmente nell'eseguire un intervento chirurgico senza praticare una laparotomia, ma utilizzando invece una telecamera collegata a un monitor e sottili strumenti chirurgici (pinze, forbici, elettrocoagulatore, suturatrice, porta-aghi, ecc.) che vengono introdotti attraverso piccoli fori effettuati nella parete addominale. Per fare ciò è necessario, per prima cosa, introdurre nel cavo addominale un gas (CO2 o diossido di carbonio) in modo da creare uno spazio sufficiente per poter manovrare gli strumenti.
Nella laparoscopia isobarica lo spazio di manovra chirurgica viene ottenuto, a pressione atmosferica, mediante l'utilizzo di un dispositivo retrattore ad azione verticale e orizzontale. Questa tecnica permette di evitare sia i possibili danni dovuti all'inserimento dell'ago usato per introdurre il gas, sia gli effetti cardiopolmonari dello pneumoperitoneo.
Successivamente viene introdotta la telecamera attraverso una piccola
incisione intorno all'ombelico, a semicerchio o longitudinale, di poco più di un centimetro. Sotto controllo visivo si introducono gli altri "trocar" attraverso cui vengono inseriti gli strumenti chirurgici veri e propri.
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