Giornalista denunciò attentati della camorra, ora è indagato per simulazione di reato

Mario De Michele, giornalista campano che tempo fa ha denunciato attentati da parte della camorra, è indagato per simulazione di reato e gli verrà tolta la scorta. In una lunga lettera la sua ammissione e le sue scuse

Giornalista denunciò attentati della camorra, ora è indagato per simulazione di reato

La vicenda del giornalista Mario De Michele ha riempito alcune pagine della cronaca tra i mesi di novembre e dicembre. Tutto è iniziato prima di Natale, quando il direttore di Campania Notizie ha deciso di denunciare due attentati nei suoi confronti. La magistratura aveva aperto un'inchiesta per ricostruire la dinamica dei fatti e, soprattutto, il movente alla base delle aggressioni dichiarate. Mario De Michele era stato spesso ospite anche in tv per raccontare la sua storia, l'ultima volta pochi giorni fa, quando a Le Iene ha raccontato di un nuovo attentato subito per mano di ignoti che, nella notte, avevano sparato contro la sua abitazione. Tutti racconti verosimili quelli di Mario De Michele, che adesso è però indagato per simulazione di reato.

Da novembre, Mario De Michele viveva sotto scorta per paura che gli attentati contro la sua persona fossero per mano della criminalità organizzata. Nel secondo episodio di novembre, il giornalista aveva raccontato di essere stato raggiunto da una scarica di 6-7 proiettili sparati contro la sua macchina. Due di questi avrebbero raggiunto il parabrezza dell'auto e non lo avrebbero colpito per pochissimi centimetri. Per coprirsi la fuga, i presunti malviventi avrebbero poi sparato altri colpi contro il lunotto posteriore della vettura, mandandolo in frantumi. L'ultimo attentato dichiarato risalirebbe a maggio, quando ignoti avrebbero sparato contro la sua abitazione, in un momento in cui in casa erano presenti anche sua moglie e suo figlio. Gravissimi atti intimidatori, per i quali il giornalista aveva ricevuto la solidarietà di Federstampa e dei suoi colleghi.

Nelle ultime ore c'è stata una svolta. Mario De Michele risulta ora indagato per simulazione di reato per i fatti denunciati lo scorso novembre e per l'ultimo di maggio. La Direzione Distrettuale Antimafia ha scoperto che i colpi di pistola contro l'automobile del giornalista e contro la sua abitazione risulterebbero essere stati sparati dallo stesso Mario De Michele. L'avviso di garanzia per il giornalista campano è stato notificato lo scorso 15 maggio, giorno nel quale è stata effettuata anche una perquisizione nella sua casa di Cesa. La DDA di Napoli contesta a Mario De Michele i reati di calunnia e detenzione di armi da fuoco, il tutto il concorso con Pasquale Ragozzino, un avvocato di Orta di Atella che avrebbe fornito le armi per uno degli episodi. A questo punto gli inquirenti dovranno analizzare e comparare i proiettili per verificare che siano stati sparati dalla stessa arma in entrambe le occasioni denunciate dal giornalista. Intanto è già al vaglio la proposta di eliminare la scorta per Mario De Michele.

Intanto il giornalista ha pubblicato la sua lettera di addio al quotidiano Campania Notizie con un intervento di suo pugno in cui annuncia di voler fare "un passo di lato per un crollo fisico e mentale". Un ammissione di colpe ma anche un atto di discolpa, in qualche modo. Ammette di aver perso la bussola delle priorità e il senso della realtà. "L'ho compreso oggi per ragioni che non starò qui a raccontare. Oggi posso solo dire che a volte il 17 porta bene. Da quest'anno il 17 maggio sarà il mio 25 aprile", ha scritto Mario De Michele nel suo lungo saluto ai lettori.

Parla di un crollo, di uno tsunami dal quale è stato travolto, delle etichette di giornalista anticamorra che gli sono state affibbiate ma che non ha mai amato. Almeno fino a un certo punto, quando "in quegli abiti mi trovavo sempre più a mio agio. E a causa di quel vestito da supereroe ho commesso qualche errore. Alcuni gravi. Imperdonabili."

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