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Di Maio nel suo liceo: contestato da studenti e lavoratori

"A scuola ci volevano zittire", è la denuncia di alcuni studenti. Smentisce il preside

Di Maio nel suo liceo: contestato da studenti e lavoratori

Striscioni, bandiere sindacali, fischi, cori contro il ministro. Davanti a un folto gruppo di contestatori formato da studenti e lavoratori, Luigi Di Maio ha fatto ingresso nel liceo Imbriani di Pomigliano d’Arco, dove stamattina era atteso per la cerimonia di premiazione degli studenti eccellenti. Qualche tensione, registrata al suo passaggio, è subito rientrata.

A protestare c’erano anche gli operai licenziati Fiat Chryler, i lavoratori dell’ex Consorzio unico di bacino e due degli operai licenziati da Ambiente Spa, l’azienda di San Vitaliano dove nel luglio scorso si verificò un maxi incendio che bruciò balle di rifiuti. “Pasta passerelle, esci e parla con noi”, era scritto su uno degli striscioni. A sorreggerlo c’erano degli studenti imbavagliati. “Il bavaglio giallo perché siamo stati minacciati dal preside della scuola per non creare disordine all’interno della scuola. Per far andare tranquillo l’incontro. Abbiamo deciso di indossare questa bandana gialla per simboleggiare questo fatto che ci volevano tappare la bocca”, ha affermato Luca, uno dei rappresentanti degli studenti insieme alla 17enne che ieri, con un post su Facebook, ha fatto scoppiare il caso sul presunte minacce di note e voti bassi ricevute dalla scuola se ci fossero state contestazioni al ministro. “Ci hanno impedito di esprimerci, altrimenti ne pagheremo le conseguenze, ci abbassano i voti, dicono”, aveva riportato sui social la studentessa, che non ha voluto rilasciare dichiarazioni. E non è l'unica a rivelarlo.

Questa mattina, dopo un incontro avuto con il ministro insieme agli altri rappresentanti, si è seduta tra il pubblico. Smentite dal dirigente scolastico Domenico Toscano le presunte minacce agli studenti: “La nostra non è stata una minaccia, ma semplicemente un invito a rimandare eventuali proteste, vista la brutta situazione che si era creata nei mesi scorsi in un altro istituto superiore di Pomigliano dove era andato in visita il ministro”. Durante la cerimonia, dalla platea qualche liceale ha provato invano ad intervenire alzando la mano. La parola gli è stata concessa solo quando, dal palco, tra i giovani premiati una ragazza ha chiesto di concedergli questa possibilità: “È sicuramente gratificante avere qui il ministro – ha detto - però ci sono molti ragazzi che vorrebbero fare delle domande”. Al centro delle questioni poste dai ragazzi al ministro: immigrazione, sicurezza nelle scuole, taglio di 4 miliari di euro all’istruzione.

Dopo qualche momento di imbarazzo iniziale del preside, Di Maio ha dato le sue risposte, impegnandosi anche a organizzare un incontro a Roma con i tecnici per dimostrare che non sono stati sottratti fondi all’istruzione. “Sull’immigrazione è chiaro che ci sono sensibilità differenti”, ha detto il ministro. Sul cara di Castelnuovo di Porto ha poi dichiarato: “Il centro aveva bisogno di un nuovo contratto di affitto che costava 12 milioni di euro. Ci siamo accorti cha avevamo spazio per quelle persone in altri centri di accoglienza, quindi con dei pullman li abbiamo trasferiti”.

Di Maio ha poi abbandonato il liceo dove si è diplomato e dove anni fa posò quella prima pietra di cui oggi portava con sé una foto ricordo, lasciandosi alle spalle quel contesto in cui sono maturate molte delle battaglie studentesche di cui si è reso protagonista, e che oggi sono rimaste fuori. Il ministro andato via passando dam un secondo ingresso, quello libero da manifestanti, stretti intanto in un angolo dalla polizia.

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