Cronaca locale

La querelle tra De Luca e Franceschini continua

Adesso è il governatore della Campania a chiedere al ministro della Cultura le scuse in un lungo post su Facebook

Il governatore della Campania Vincenzo De Luca
Il governatore della Campania Vincenzo De Luca

Non si placa la polemica a distanza tra il ministro della Cultura Dario Franceschini e il presidente della Regione Campania Vincenzo De Luca. Franceschini vuole adesso le scuse del governatore per le offese di stampo maschilista che avrebbe rivolto all’avvocato Annalisa Cipollone, capo ufficio legislativo del ministero della Cultura. Dal canto suo però De Luca non sembra propenso a scusarsi e anzi rilancia accusando di vero maschilismo ciò che è avvenuto con la formazione del governo, dove la rappresentanza femminile è stata messa da parte.

Nel pomeriggio di venerdì 11 febbraio, nel corso della solita diretta Facebook del presidente della Campania, questo si era infervorato per la nota di contestazione inviata dall'ufficio legislativo del ministero della Cultura, retto appunto dalla dottoressa Annalisa Cipollone, riguardante la legge approvata lo scorso dicembre dal consiglio regionale sia per prorogare il Piano Casa che per dare alcune deroghe ai vincoli paesaggistici con possibilità di aumenti di volumetrie e modifiche di destinazione d'uso. Come ha spiegato De Luca, in Consiglio regionale sono state approvate alcune misure di semplificazione che riguardavano la riduzione dei tempi per alcune varianti urbanistiche, la proroga del Piano Casa, interventi in zone Asi.

Le parole che hanno scatenato la bagarre

Decisioni che sono però state contestate dal ministero della Cultura. "La responsabile dell'ufficio legislativo ci mette in mora e ci informa che la convenzione europea del paesaggio, nel deliberato dell'ottobre 2000, stabilisce che il termine paesaggio designa una determinata parte del territorio come è percepita dalle popolazioni. Quindi tutto è paesaggio”, ha precisato De Luca. Ed ecco arrivare l’attacco del governatore che proprio non è andato giù a Franceschini:“Voi pensate che con le centinaia di dottoresse Cipollone che ci sono nei ministeri saremo in grado di realizzare il Pnrr? Al massimo potremmo farci un brodino vegetale con tutte le cipollone sparse nei ministeri, rischiamo di non muovere una foglia. Qui siamo al paleolitico: credo che da giovani questi dirigenti facevano i graffiti, poi hanno ricevuto incarichi nei ministeri”. In seguito a queste esternazioni, il ministro della Cultura ha confermato la fiducia alla dirigente, ma si è anche indignato di quanto ascoltato, asserendo che nelle parole del presidente vi sia stato del sessismo. Franceschini ha quindi definito la Cipollone una professionista di straordinaria competenza giuridica, affermando di essere particolarmente orgoglioso della sua collaborazione al ministero.

La replica di De Luca

Il ministro, rivolgendosi a De Luca, ha poi consigliato di usare argomenti giuridici per dare risposta alle 18 pagine di parere sulla legge 31/21 della Regione Campania, invece di utilizzare battute offensive e dal sapore maschilista. Ha poi chiesto al governatore le scuse. Ed ecco arrivare la replica dal diretto interessato che, invece di scusarsi, sulla sua pagina Facebook rilancia le accuse di maschilismo al mittente, o meglio a coloro che hanno deciso la delegazione dei ministri nel Governo, che a suo dire si sono dimenticati di garantire una presenza femminile. A questo punto è De Luca a chiedere a Franceschini di scusarsi con i tanti disoccupati dopo che il soprintendente al teatro San Carlo proposto dal ministero, Stéphane Lissner, ha deciso“vergognosi aumenti di stipendio, del tutto immotivati, e non tollerabili in un momento nel quale tante famiglie hanno problemi di vita”. La bagarre difficilmente finirà qui, ma quasi sicuramente dubitiamo che possano arrivare presto delle scuse da una parte o dall’altra.

Segui già la pagina di Napoli de ilGiornale.it?

Commenti