Cronaca locale

Sangue a Porta Capuana, ma non risultano feriti: l'abbandono nella piazza riqualificata

Un uomo sarebbe rimasto ferito durante una rissa a ridosso delle mura aragonesi. Sangue ancora a terra, ma non risultano feriti a polizia e carabinieri.

Sangue a Porta Capuana, ma non risultano feriti: l'abbandono nella piazza riqualificata

Sporca i basoli da due giorni una chiazza di sangue presente in piazza San Francesco. Sotto Porta Capuana, a Napoli, la situazione continua ad essere fuori controllo e l’ultimo episodio ne è la dimostrazione. Tra i rifiuti, i tappeti di siringhe dei tossicodipendenti e le mura aragonesi che iniziano a perdere pezzi sotto l’incuria, un uomo – raccontano alcuni residenti e commercianti – sarebbe rimasto ferito nel corso di una rissa esplosa nella serata di domenica. Si tratterebbe dell’ennesima di una lunga serie nella zona.

A carabinieri e polizia non risultano feriti. I racconti di diversi testimoni, però, convergono, e contribuiscono a rendere questa faccenda un mistero. “V. stava sempre qua, tutti i giorni. Lo conoscevamo. Lui parlava con tutti”, una donna che è solita bivaccare nella piazza dà per scontato il decesso dell’uomo che sarebbe rimasto ferito. Come lei, anche altre persone del posto. In diversi sono in grado di raccontare quanto è accaduto in quella piazza fuori dal mondo, residenti e commercianti che vogliono rimanere nell’anonimato per paura di ritorsioni.

“L’ambulanza l’ho chiamata io – racconta un esercente – C’era del sangue a terra ed io sono andato subito a vedere. Ho visto il sangue, quell’uomo a terra che ogni tanto si muoveva, e ho chiamato l’ambulanza. L’ambulanza è arrivata dopo un quarto d’ora. Prima si sono messi a guardare qualcosa sotto la maglietta e dopo circa 10 minuti lo hanno alzato, caricato sulla barella e portato via”. Quell’uomo sarebbe rimasto a terra in quelle condizioni per ore. Almeno un paio. Il suo corpo ferito, rimasto inerme nell’indifferenza dei passanti, dà l’idea del livello di abbandono in cui versa la piazza a ridosso delle mura aragonesi.

“Erano le 17 – rivela un residente – quando è iniziata la rissa. Erano 15 uomini, probabilmente indiani. Poi si sono sparpagliati e sono rimasti in cinque. V. non ha dato mai fastidio, forse era intervenuto per separarli ed è stato colpito”. Il racconto dell’aggressione è raccapricciante, in cinque si sarebbero accaniti sulla vittima: “Anche con le bottiglie, con i piedi sulla testa”. “Io non avevo capito che era lui – dice la persona che ha assistito – Sono uscito quando ho sentito la rissa sotto casa, poi si sono spostati dal lato opposto”. Secondo la donna che conosceva V.: “Stavano facendo le lotte, le lotte libere”. Lotte libere in un posto nel centro di Napoli dove si interrompe la civiltà e dove l’illegalità e il degrado continuano ad abbondare, nonostante le denunce di residenti e commercianti e i molteplici articoli di giornale pubblicati.

Numerose le persone che continuano a bivaccare nella piazza, principalmente immigrati. Soggetti che vanno via lasciando la piazza sporca e puzzolente della loro urina. Al sorgere del sole il basolato è sempre pieno di rifiuti e di bottiglie di birra e vino svuotate. Le aree transennate per il pericolo di crolli sono diventate discariche a cielo aperto e aree del buco per tossicodipendenti. Ci sono tratti impraticabili per la presenza di tappeti di siringhe usate, tra cui si muovono soggetti poco lucidi in cerca di quella da poter riusare o di chissà cosa altro. Il viavai dei tossicodipendenti non accenna a diminuire: basta fermarsi 5 minuti per contarne una decina. Arrivano uno dopo l’altro, barcollanti, si fermano in un punto transennato e si infilano un ago in vena. Scene a cui si continua ad assistere ad ogni ora del giorno.

Non mancano lo spaccio di droga e donne che si prostituiscono, talvolta per comprare una dose di stupefacenti. C’è chi si presenta urlando il nome di uno spacciatore. “Sta sempre qui, a tutte le ore del giorno”, ci dicono. E i commercianti, già a rischio rapine, risultano così ancora più esposti. “Ieri il pachistano qui dietro ha subito una rapina”, ha raccontato ieri Patrizio del comitato Nuova Porta Capuana. L’associazione di cui fa parte con il supporto di un avvocato si sta muovendo per intraprendere un’azione di tipo legale.

Le telecamere promesse ad agosto scorso dall’assessore comunale Piscopo non sono arrivate: “È allo studio dell'amministrazione l'installazione delle telecamere di sicurezza", disse in un’intervista a il Mattino. “Abbiamo più volte chiesto un presidio fisso della municipale. Ma stanno qui e non li vediamo mai”, riferisce Patrizio. Una sede della polizia municipale si trova in un palazzo con ingresso in via Rosaroll. In sostanza, l’illegalità e il degrado persistono sotto gli occhi della polizia locale. Un commissariato della polizia di Stato si trova a poche centinaia di metri.

“Le forze dell’ordine passano, sai quante volte al giorno? Continuamente. Probabilmente se iniziassero a fermarsi e a chiedere i documenti a queste persone che danno fastidio già avremmo iniziato a risolvere il problema”, sbottano nella piazza. Residenti e commercianti si sentono abbandonati. Vivono in funzione di quel degrado a cui sono costretti a soccombere da circa un anno. “Io non mi posso muovere dal deposito, perché temo per mia moglie e i miei figli”, afferma Patrizio, che deve organizzare la sua vita tenendo conto di quell’enorme miseria che si muove fuori la sua porta. C’è chi tiene bastoni a portata di mano: “Viviamo nel terrore. Io non posso sapere se all’improvviso entra qualcuno fuori di testa. Qui non c’è mai nessuno che controlla”. È una situazione incandescente quella che si continua a registrare sotto Porta Capuana, nel disinteresse delle istituzioni preposte a intervenire.

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