Cronaca locale

Scarcerato in anticipo: risarcito con 3mila euro E il boss ora torna a casa

Il capoclan della camorra partenopea avrebbe sofferto in carcere subendo un trattamento “inumano e degradante”, che va contro quanto previsto dall'articolo 3 della Convenzione europea per la salvaguardia dei diritti dell'uomo

Scarcerato in anticipo: risarcito con 3mila euro E il boss ora torna a casa

Fa ritorno a casa Patrizio Bosti, 62enne boss dell’Alleanza di Secondigliano, a Napoli, che lascia il carcere il Parma dove era rinchiuso in regime di 41 bis. Una delle tante scarcerazioni dell’ultimo periodo, ma dal sapore ancora più amaro. La beffa è doppia: non solo Bosti è libero in anticipo rispetto alla pena ancora da scontare, ma lo Stato lo ha anche risarcito con 2.672 euro per il danno subito in cella per il sovraffollamento delle case circondariali. Il boss storico del rione Amicizia, con tre anni di anticipo, rimette piede nella sua abitazione di Secondigliano. L’unica restrizione sarà quella di vivere i prossimi 9 anni in libertà vigilata, dopo che Bosti ha scontato circa 30 anni di reclusione per reati che vanno dall'associazione camorristica, al concorso in omicidio, alle scommesse, estorsione e falso tutti con l'aggravante mafiosa. Il "fine pena" era fissato a dicembre del 2023.

Il capoclan della camorra partenopea avrebbe sofferto in carcere subendo un trattamento “inumano e degradante”, che va contro quanto previsto dall'articolo 3 della Convenzione europea per la salvaguardia dei diritti dell'uomo, che recita appunto: “Nessuno può essere sottoposto a tortura né a pene o trattamenti inumani o degradanti”. Bosti entrò in carcere nel 2008, quando fu tratto in arresto a Girona, in Spagna, e da quel momento è stato trasferito in diversi penitenziari italiani. I suoi legali hanno sempre evidenziato le condizioni pessime in cui viveva il detenuto: celle piccole e sovraffollate, mancanza dei servizi essenziali per una condurre una carcerazione dignitosa.

I giudici inizialmente hanno dato ragione agli avvocati del capoclan, condonandogli 286 giorni di detenzione, a titolo di riparazione per i 2868 trascorsi in celle non idonee. Bosti è stato in 8 istituti penitenziari: Poggioreale, Regina Coeli, Rebibbia, Bellizzi Irpino, Trani, Palermo-Ucciardone e Parma. In conseguenza di questo provvedimento sarebbe dovuto uscire di galera il prossimo 14 luglio, ma i legali del boss hanno impugnato questa decisione, chiedendo più giorni di libertà e anche un risarcimento danni.

I magistrati del Tribunale di Bologna hanno accolto anche l’ultima istanza conteggiando altri 974 giorni di detenzione in contrasto con l’articolo 3 della Convenzione europea per la salvaguardia dei diritti dell'uomo, concedendo ulteriori 64 giorni riduzione della pena, che ha permesso a Bosti di uscire dal carcere alcuni giorni fa. Inoltre, semaforo verde anche per il risarcimento danni per quasi 3mila euro.

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