Napolitano: "In una democrazia non è la piazza a decidere"

Il capo dello Stato mette in guardia dai rischi del populismo: "Per quanto importanti siano le manifestazioni di massa, è fuorviante farne la forma suprema della partecipazione". Terrorismo: "È vivo il ricordo del vile assassinio di Biagi". Riforme: "Federalismo non più rinviabile"

Napolitano: "In una democrazia 
non è la piazza a decidere"

Roma - "Per quanto legittimi e importanti siano anche i canali del conflitto sociale e delle manifestazioni di massa e di piazza, è fuorviante la tendenza a farne la forma suprema della partecipazione e, retoricamente, il sale della democrazia", ha detto il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano in un discorso agli amministratori di Bologna nel quale sottolinea che "qualunque tema e problema" deve "trovare la sua misura" nelle istituzioni elettive e nelle relative sedi di decisione democratica perchè "solo così si rispetta l'essenza della democrazia come governo della maggioranza". Sia pure indirettamente il capo dello Stato bacchetta Romano Prodi. Sabato scorso, rivolgendosi alle migliaia di persone che si stavano recando a Vicenza alla manifestazione contro la base Usa, il premier aveva dichiarato: "Le manifestazioni sono il sale della democrazia".

Federalismo non più rinviabile Il presidente della Repubblica auspica "larghe intese" per la riforma delle autonomie locali e indica fra gli obiettivi da perseguire "la semplificazione di un'architettura istituzionale fattasi pesante e confusa". L'auspicio di Napolitano è che vadano, dunque in questo senso, i provvedimenti che saranno presto presentati in parlamento, come "il disegno di legge delega per l'adeguamento delle disposizoni in materia di enti locali alla riforma del Titolo V della Costituzione e quello per la disciplina della conferenza Stato-Istituzioni territoriali".

Vigilare contro il rischio terrorismo È necessario "vigilare, non transigendo mai sul rispetto della legalità repubblicana, contro una minaccia terroristica che abbiamo visto d'improvviso riemergere, ancora non sappiamo con quale grado di pericolosità e forza di relativa diffusione". Il capo dello Stato chiede un'attenzione vigile contro il rinascere di gruppi terroristici. Napolitano, che nel pomeriggio potrebbe avere un incontro con la vedova di Marco Biagi, ricorda la figura del giuslavorista ucciso dalle Br e sottolinea che "Bologna può ben comprenderlo, tanto è viva la memoria delle tensioni e dei colpi di trent'anni fa e tanto è ancora dolorante la ferita del vile assassinio di Marco Biagi, la cui dedizione alla causa del lavoro, della legge e dello Stato e il cui sacrificio di vittima designata esposta e non protetta, desidero qui ancora onorare con animo commosso".


Immigrati, necessaria l'integrazione Per il presidente della Repubblica "l'integrazione degli stranieri che soggiornano legalmente e operosamente" in Italia è "parte essenziale di una rinnovata e comprensione coesione sociale in Italia". Per questo, secondo il capo dello Stato "si devono aprire le porte a quanti vogliono diventare cittadini italiani". Insomma, nel nostro Paese "si impongono politiche incluse contro ogni fenomeno di esclusione ed è componente di esse anche l'accoglimento di un numero decisamente maggiore e crescente di nuovi cittadini".


Fare piena luce sulla strage di Bologna "La democrazia repubblicana si è a tal punto consolidata e fatta matura, da poter

superare negli scorsi decenni prove durissime: le prove di attentati e di stragi che hanno ferocemente colpito la città e sulla cui torbida matrice e sui cui efferati ideatori, non si è ancora riusciti a fare piena luce".

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