Napolitano e gli sbarchi: «Accogliere i profughi è un dovere e un valore»

«La lezione del passato si trasformi in un insegnamento per il futuro», scrive il capo dello Stato in un messaggio alla Fondazione Migrantes. Regolare i flussi e stroncare i traffici umani non è in contrasto con la «necessaria solidarietà dovuta da tutti i Pesi democratici»

Gli sbarchi continuano, i disagi «sono destinati a crescere», l'Europa va «coinvolta di più» e certe leggi vanno migliorate. Ma per Giorgio Napolitano all'accoglienza non c'è alternativa: non solo «è un dovere di un Paese moderno e civile», dice, è anche «un valore».
Infatti, scrive, «il mio auspicio è che la lezione del passato possa tradursi in un insegnamento per il presente, rafforzando quell'antica attitudine all'accoglienza, all'asilo e alla solidarietà che appartiene ai valori autentici del nostro popolo». Questo è il messaggio che il presidente della Repubblica ha inviato a monsignor Giancarlo Perego, direttore della Fondazione Migrantes, in occasione della presentazione del "Rapporto italiani nel mondo" promosso dalla fondazione e dalla Cei, e dedicato quest'anno al tema "1861-2011: centocinquant'anni di unità e di emigrazione".
Nel giro di 24 ore, è il secondo intervento del capo dello Stato sul tema degli sbarchi. Lunedì, incontrando l'alto commissario Onu per i rifugiati Antonio Guterres, ha ricordato che «ci sono delle respomsabilità a cui non ci può sottrarre». Adesso torna sul punto. «E' importante, nell'attuale contesto - sostiene - ripercorrere la lunga e sofferta stagione delle emigrazioni in diversi continenti di cittadini italiani che ha scandito, a più riprese, la vicenda dello Stato postunitario». Dalla storia di queste esperienze «occorre trarre gli strumenti per una più accurata lettura del fenomeno», soprattutto in rapporto ai flussi attuali, dal Sud al Nord del mondo. É cronaca di queste settimane, di cui siamo tutti testimoni «e in misura crescente destinatari e ai quali i recenti avvenimenti nei Paesi del Nord Africa e del Medio Oriente hanno conferito un'indubbia accelerazione».
Questo, insiste Napolitano, perchè l'abbandono della propria terra «è sempre una scelta aspra e dolorosa e i dati del rapporto ne costituiscono una puntuale conferma». Il capo dello Stato spera che la lezione del passato «possa tradursi in un insegnamento per il presente, rafforzando quell'antica attitudine all'accoglienza, all'asilo e alla solidarietà che appartiene ai valori autentici del nostro popolo».

Del resto lo ha già scritto una pubblica risposta a Claudio Magris: «Tutti i Paesi autenticamente democratici non possono sottrarsi al dovere di un'accoglienza solidale, in un quadro di regole che diano ordine ai flussi migratori e valgano a stroncare turpi traffici di esseri umani».

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